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Sorpresa, il riso è cinese

L’origine del riso coltivato (Oryza sativa) è unica, ed è cinese, per la precisione della provincia del Guangdong, nella Cina meridionale. È lì, nelle pianure allagate dal Fiume delle Perle e dai suoi affluenti, che i nostri antenati d’Oriente hanno cominciato, migliaia di anni fa, ad addomesticare una specie di riso selvatico, l’Oryza rufipogon, arrivando a selezionare le attuali sottospecie coltivate: la japonica, a chicco corto e tondeggiante, e l’indica, a chicco lungo. È quanto sostiene un gruppo di scienziati cinesi e giapponesi in uno studio pubblicato su Nature.

Potrebbe sembrare un’ovvietà: eppure non lo è, tanto che da tempo gli scienziati dibattono sull’origine – singola o multipla – della specie di Oryza sativa. Per cercare di rispondere alla domanda ancora aperta il team di ricercatori coordinato da Bin Han dello Shangai Institute of Plant Physiology and Ecology dell’Accademia Cinese delle Scienze ha utilizzato un approccio genetico. Gli scienziati hanno infatti prodotto la più completa mappa di variazione genetica del cereale finora mai realizzata, analizzando e confrontando oltre 1500 campioni di riso coltivato e selvatico. Sono così arrivati a suggerire l’esistenza di un unico progenitore per le varietà coltivate, e a scoprire che l’addomesticazione ha comportato l’emergere di 55 caratteristici tratti genetici. Ma non solo.

Secondo gli esperti, la japonica e la indica non solo non sarebbero il prodotto di colture selettive avvenute in modo indipendente in diverse aree geografiche, ma sarebbero legate da uno specifico rapporto di discendenza. La japonica deriverebbe direttamente dalla specie selvatica Oryza rufipogon, addomesticata inizialmente nella regione del Fiume delle Perle, mentre la indica sarebbe stata selezionata successivamente mediante incroci di una varietà antica della japonica con specie selvatiche delle regioni del sudest asiatico e dell’Asia meridionale.

La ricca variabilità genetica di questo cereale, soprattutto delle specie selvatiche, evidenziata da Han e colleghi, dovrebbe essere preservata e studiata ancora più a fondo. Perché in futuro potrebbe offrire, suggeriscono gli scienziati, nuovi impulsi alla ricerca finalizzata al miglioramento delle sue capacità riproduttive e caratteristiche nutrizionali (vedi Galileo: Un gene per aumentare la produttività del riso)

Riferimenti: Nature doi:10.1038/nature11532

Credits immagine: echiner1/Flickr

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