Piccoli denti flessibili, impercettibili a occhio nudo, disposti sulla superficie del corpo. È questo il segreto dell’aerodinamica dello squalo mako, che gli consente virate rapide e precise. A suggerirlo è uno studio dei ricercatori delle università della South Florida e dell’Alabama (Usa), presentato al meeting annuale dell’American Physical Society’s Division of Fluid Dynamics (DFD).
“Se si guardano da vicino, le superfici del corpo di alcuni animali non appaiono lisce, ma hanno degli specifici pattern che si ripetono” ha spiegato Amy Lang, a capo della ricerca. Analizzando la pelle dello squalo mako pinna corta (Isurus oxyrinchus), i ricercatori hanno osservato i minuscoli denti di 0,2 millimetri di altezza che ricoprono alcune zone del corpo dell’animale (denti ossei sull’epidermide sono caratteristici della maggior parte degli squali). Queste setole, più strette nella parte attaccata alla pelle, si trovano soprattutto nella zona dietro le branchie dello squalo e possono flettersi per angoli di 60 gradi e più. Secondo gli studiosi, la funzione dei denti sarebbe quindi legata ai cambi di direzione dello squalo mentre si muove in acqua.
Quando l’animale vira improvvisamente mentre si muove ad alta velocità, la resistenza aerodinamica aumenta di colpo, rendendo difficile mantenere un’andatura stabile a causa dello sviluppo di alcuni fenomeni vorticosi. In fluidodinamica, l’evento è noto come separazione di flusso.
La flessibilità delle setole permetterebbe, però, di minimizzare queste resistenze, accompagnando il movimento. “Qualcosa di simile avviene per le palline da golf, che grazie alle numerose fossette riescono a volare più a lungo e più lontano”, ha concluso Lang. Questi studi, come spiegano i fisici, potrebbero aiutare a sviluppare applicazioni in tutti i casi in cui siano presenti problemi di separazione di flusso, per esempio nella progettazione di aerei, elicotteri e pale eoliche. O nuovi costumi per i nuotatori professionisti.
Riferiementi: “Recent Observations on Shortfin Mako Scale Flexibility as a Mechanism for Separation Control”
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