Stamina, un nuovo tribunale impone le infusioni

Dopo l’intervento del tribunale di Pesaro, oggi sotto indagine da parte del Procuratore della Corte di Cassazione, sono ancora una volta dei giudici a riaprire il caso Stamina. Il Tribunale di Venezia ha infatti stabilito che entro il mese di luglio la Asl di Brescia dovrà individuare un anestesista pediatrico e un medico per proseguire le infusioni di staminali presso gli Spedali Civili di Brescia per Celeste, bambina di quattro anni di Mestre malata di atrofia muscolare spinale (Sma). Si torna a discutere dunque di quanto sia opportuno che un giudice obblighi i medici a somministrare un trattamento da loro ritenuto potenzialmente pericoloso, visto che da aprile le infusioni nella struttura bresciana erano state interrotte per la decisione del personale sanitario di attendere le conclusioni del nuovo Comitato Scientifico del Ministero.

Sulla vicenda era intervenuta nei giorni scorsi anche il Ministro della Salute Lorenzin, che aveva ribadito la necessità di attendere le decisioni del nuovo comitato, precisando però che non sono previsti interventi legislativi per interrompere le infusioni, come chiesto invece dall’Assessore alla Salute della Regione Lombardia Mauro Mantovani.

“Bisogna aprire una riflessione insieme alla magistratura, e non contro, nel rispetto dell’autonomia dei magistrati, su questo difficile ambito di convivenza tra quella che è la verità scientifica e quella che è la verità processuale”, ha affermato il Ministro nel corso di un’audizione al Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul caso Stamina. “Ciò che sta accadendo a Brescia va al di la di quella che era la volontà del legislatore, ovvero il proseguimento delle cure per coloro che le avevano cominciate. C’è stata una interpretazione diffusa che va oltre la volontà iniziale del Legislatore, ma anche ogni valutazione tecnico-scientifica”.

Con il DL 25/03/2013 il Senato diede infatti il via alla sperimentazione del metodo di Vannoni, e stabilì la necessità di proseguire le infusioni di staminali per i pazienti già sottoposti al trattamento, ma non autorizzò l’estensione del trattamento a nuovi pazienti. “A Brescia si sono travalicati i limiti, quindi è venuto il momento di affrontare la situazione nei modi che riterremo più opportuni – ha concluso il ministro – anche considerando che la situazione dei medici degli Spedali di Brescia è una situazione di grandissima difficoltà, sia sul piano deontologico che, probabilmente, sul piano giuridico‘”.

Via Wired.it

Credits immagine:  via Wikipedia

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