Le dune giganti dei deserti sono plasmate dalle correnti atmosferiche, come la forma degli alvei dei fiumi è decisa dalle correnti superficiali delle acque. A regalarci questa suggestiva immagine sono i ricercatori del Laboratoire de physique et mécanique des milieux hétérogènes di Parigi, guidati da Philippe Claudine e Bruno Andreotti, in uno studio apparso sull’ultimo numero di Nature.
Come riporta l’editoriale, se i parametri che determinano la forma e le dimensioni delle piccole dune (quelle che misurano qualche decina di metri di lunghezza) sono ormai noti da tempo, i sistemi che determinano la formazione e le dimensioni delle dune giganti (dai 300 metri ai 3,5 chilometri), erano ancora poco conosciuti. Ora,invece, è possibile dire con certezza, per esempio, che queste montagne di sabbia non possono crescere oltre un certo limite, e che questo limite dipende direttamente dallo spessore degli strati d’aria.
I ricercatori hanno esaminato immagini satellitari e fotografie aeree delle dune dei principali deserti in Africa, Nord America e in Cina, per stimare la loro ampiezza media. Sono state poi rilevate le temperature a terra e stabilita l’altezza dello strato della troposfera che separa la zona turbolenta dalla zona d’aria stabile, detto “capping layer”. Dalle analisi è emerso che l’altezza di questo strato è direttamente proporzionale con l’ampiezza delle dune.
Andreotti e colleghi hanno poi sviluppato un modello matematico: secondo le simulazioni il capping layer non influisce sulle piccole dune, che si sovrappongono e si fondono dando luogo a dune giganti; i flussi d’aria agiscono invece sulle masse di grandi dimensioni, comprimendole e instaurando un equilibrio che impedisce loro di ampliarsi indefinitamente. È interessante, sottolineano gli autori, come anche l’atmosfera di Marte e Titano presenti delle analogie nella formazione delle dune sabbiose, e che solo su Titano siano presenti dune giganti. (a.d.)
Riferimento: Nature doi:10.1038/nature07787
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