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La California al buio
Aspettando l’auto a idrogeno
Il caro-petrolio ha spinto le case automobilistiche a cercare una valida alternativa al combustibile classico. E la strada, quella che porta all’idrogeno, appare ormai decisa. Anche se si tratta di costruire colossali infrastrutture praticamente da zero. Ma da questa impresa c’è tutto da guadagnare, soprattutto a livello ambientale. L’idrogeno, infatti, non ha problemi di approvvigionamento ed è pulito, visto che il prodotto della sua combustione è semplicissima acqua. Ecco a che punto sono le grandi case costruttrici di automobili nella corsa all’idrogeno. Con la Bmw in pole position
Un nuovo magnete per la fusione termonucleare
Una centrale sul mare
Il futuro è a emissioni zero
Idrogeno puro. Ecco la soluzione al problema dell’inquinamento atmosferico: bruciare, in modo sicuro ed efficace l’elemento chimico che produce, come scarto, pura e semplice acqua potabile. In un articolo pubblicato su Nature un’équipe di ricercatori americani spiega come riuscirci: con una cella combustibile in cui il gas viene convertito in energia elettrica, impedendo che si infiammi. E le applicazioni di questa tecnologia non sono di poco conto: automobili ecologiche ed economiche, telefoni cellulari e computer portatili alimentati a gas. Il tutto in soli cinque anni, sperano i ricercatori
Piccole centrali crescono
Basta con i mega progetti idroelettrici che sbarrano il corso dei grandi fiumi, con i grandi impianti voluti dai governi, spesso senza tenere conto delle vere esigenze delle popolazioni locali. Per portare la corrente elettrica nei paesi in via di sviluppo le organizzazioni per la cooperazione internazionale propongono un nuovo modello: microimpianti progettati, realizzati e gestiti assieme agli abitanti del luogo. Uno è stato costruito in Chiapas con il contributo dei volontari italiani. Galileo ve ne racconta la storia
Una macedonia di energia
Una finestra che assomiglia in tutto e per tutto a quelle delle nostre case. Ma che in realtà è fatta con un vetro assai speciale, in grado di produrre elettricità grazie a coloranti organici estratti dalla frutta. È una delle applicazioni più promettenti delle ricerche di Michael Grätzel, chimico del Politecnico federale di Losanna, presentata nelle scorse settimane al Centro Ettore Majorana di Erice. Il segreto? I nuovi pannelli solari – come le piante – sfruttano il processo della fotosintesi naturale. Galileo ha intervistato il loro inventore
“Nessuna semplice ricetta”
Il problema energetico sta al centro di un intreccio complesso: questioni strettamente legate alle risorse, problemi di natura ambientale e delicati equilibri economici. Per trovare soluzioni soddisfacenti occorre uno straordinario sforzo innovativo, al tempo stesso tecnologico-scientifico e politico-istituzionale
Quale motore per la Terra del Duemila?
I consumi energetici del pianeta sono costantemente aumentati negli ultimi decenni. E aumenteranno ancora: la popolazione mondiale continua a crescere e la domanda di energia si estende anche ai paesi in via di sviluppo. Ma le risorse tradizionali non potranno essere utilizzate all’infinito: non solo perché si tratta di fonti esauribili, ma soprattutto per le loro conseguenze sull’ambiente. Il problema però non si limita a questo: occorre tenere presenti contemporaneamente questioni che riguardano la politica e l’economia mondiale. Il tutto in un’ottica di lungo periodo. L’opinione e le valutazioni di alcuni tra i più importanti esperti del panorama italiano
L’atomo che piace ai verdi
E’ possibile sfruttare le reazioni nucleari per ottenere energia sicura? Secondo alcune recenti ricerche condotte al Cern di Ginevra, in un futuro non lontano potremo avere un’energia nucleare più pulita, che offre maggiori garanzie contro la proliferazione di armi, e a costi competitivi rispetto alle fonti tradizionali