Biofluorescenza, un altro superpotere dei tardigradi contro gli ultravioletti

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Sono piccoli, piccolissimi: a stento si può riuscire a vederli ad occhio nudo questi curiosi invertebrati a otto zampette poco più piccoli di un puntino, meno di un millimetro. Eppure son capaci di farsi notare, eccome. Non fosse che per le straordinarie capacità di sopravvivenza: i tardigradi – i popolari “orsi d’acqua” – possono resistere a lungo in assenza di cibo e di acqua (oltre trent’anni), sopportare temperature elevatissime e bassissime, persino le radiazioni. E, si scopre ora, possono anche “accendersi” diventando blu fluorescenti. “E a cosa gli serve?”, si son chiesti i ricercatori indiani che per primi hanno osservato questo bizzarro comportamento in un tardigrado del genere Paramacrobiotus trovato, come molte altre specie, nel muschio (tanto che è qui che bisogna cercare nel caso si fosse interessati a conoscerli meglio, muniti di microscopio, come suggerisce una guida online) e poi esposto a raggi UV.

La biofluorescenza (da non confondersi con la bioluminescenza, possibile anche in assenza di luce) è nota in diversi altri animali, dalle alghe agli insetti e fino agli uccelli, che la usano per comunicare con i propri simili. Ma per un tardigrado, che senso può avere accendersi di luce blu? E’ forse un trucco per resistere alle radiazioni?

Il test con la lozione fluorescente

Per mettere alla prova questa ipotesi, gli scienziati hanno esitato a sacrificare un bel po’ di questi popolari invertebrati per produrre (frullandoli) una “lozione” che hanno poi applicato su organismi notoriamente non fluorescenti: un tardigrado non resistente alle radiazioni (Hypsibius exemplaris) e un verme (il Caenorhabditis elegans (tra i modelli animali più studiati in laboratorio). E ha funzionato: il trattamento al Paramacrobiotus ha reso entrambi gli animali resistenti alle radiazioni ultraviolette di una lampada germicida. “E’ probabile – conclude lo studio pubblicato su Biology Letters – che il Paramacrobiotus sp. utilizzi questo schermo protettivo fluorescente che assorbe le radiazioni ultraviolette pericolose ed emette luce blu non pericolosa”.

Riferimenti: Biology Letters

Credits immagine di copertina: Hypsibius exemplaris di Bob Goldstein & Vicky Madden, UNC Chapel Hill- Goldstein lab – tardigrades via Flickr CC