Tre geni per un fiore doppio

Rose, camelie e impatiens con fiori doppi, ossia con più petali. Sono queste le piante che normalmente abbelliscono i nostri giardini. Gli antichi li chiamavano “fiori mostruosi” perché creazioni abnormi della natura. Oggi, invece, sappiamo che sono il comune prodotto di una mutazione genica che trasforma i diversi organi fiorali (sepali, petali, stami e pistilli) in sepali colorati. Uno studio pubblicato su Nature illustra il meccanismo che regola la differenziazione dei diversi elementi presenti in un fiore e che sarebbe la causa di questa anormalità. Secondo quanto riportato dal team diretto dal biologo Martin Yanofsky della University of California, Usa, avrebbe origine in seguito alla mutazione di un trio di geni che, nei fiori comuni, regola la formazione dei diversi organi fiorali. In questo caso, però, la simultanea mutazione del trio genico fa sì che i diversi organi si sviluppino tutti in sepali colorati, dando vita a un fiore doppio, che però, ormai privo di stami e pistilli, diventa sterile. Per questo, sino a oggi è stato possibile selezionare e riprodurre simili varietà floreali solo a partire da talee di piante portatrici del fiore doppio. Ora che è stato individuato il meccanismo che regola la mutazione, c’è anche la possibilità di intervenire su altre specie vegetali. “Non solo”, afferma Yanofsky, “la scoperta di come agisce il suddetto trio di geni, vera e popria centrale di controllo dello sviluppo del fiore, permetterebbe di inserirlo in altri organi della pianta, come le foglie per esempio”, nelle quali è normalmente assente, “per trasformarle, in tal modo, in coloratissimi petali”. (l.o.)

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