Una pianta al giorno leva il medico di torno, soprattutto in ufficio. Dove alcune specie si possono rivelare delle valide alleate per ripulire l’aria da composti organici volatili nocivi, come il benzene o altri idrocarburi tossici che provengono da adesivi, vestiti, solventi, materiali edili, vernici e persino dall’acqua del rubinetto. La lista delle specie “depurative” è stata stilata da un gruppo di ricercatori dell’Università della Georgia su “HortScience”.
Fra le 28 analizzate, le piante che hanno dimostrato le maggiori capacità di ripulire l’aria sono state la Hemigraphis alternata (pianta viola), l’Hedera helix (edera inglese), l’Hoya carnosa (pianta di cera), l’Asparagus densiflorus (asparagina) e la Tradescantia pallida. Per analizzare le proprietà di queste piante, i ricercatori hanno coltivato in serra per otto settimane diverse varietà più comuni, per arrivare poi a sistemarne ognuna in teche di vetro. Qui sono state esposte a molti composti organici volatili e, in base alla loro capacità di abbassarne il livello nell’atmosfera della teca, sono state classificate come superiori (l’edera o l’asparago rientrano in questa categoria), intermedie e carenti.
Dal momento che nei paesi occidentali la popolazione passa in media il 90 per cento del proprio tempo in ambienti chiusi, la qualità dell’aria degli uffici, delle abitazioni, delle palestre sta diventando uno delle principali preoccupazioni di salute pubblica. Soprattutto se si pensa che l’aria indoor può arrivare a essere anche 12 volte più inquinata di quella outdoor. L’Organizzazione mondiale della sanità, in suo rapporto del 2002, stimava in 1,6 milioni le morti imputabili all’inquinamento da interni, la cui azione, è stato dimostrato, causa asma, nausea e aumenta il rischio di sviluppare cancro, malattie croniche del sistema neurologico, di quello riproduttivo, dell’apparato respiratorio. (f.c.)