Si chiama 2010 TK7 ed è un troiano. Tranquilli, questa volta non si tratta di una strategia di invasione tra popoli, né di un virus che minaccia i nostri computer. Il nuovo arrivato è un asteroide del diametro di 300 metri che si è ‘agganciato’ all’orbita terrestre, condividendo con il nostro pianeta il moto di rivoluzione intorno al Sole. “Nuovo” per modo di dire: sono passati almeno 10mila anni dall’inizio del nostro viaggio con TK7, ma gli astronomi lo hanno individuato solo da poco. La notizia ha fatto ora il giro del mondo, e la scoperta si è guadagnata la copertina di Nature.
Con il termine troiano, gli astronomi indicano quindi un corpo celeste che condivide con un pianeta l’orbita. La scoperta del nuovo asteroide ha dato un certo lustro alla nostra Terra, che può ora vantare un compagno troiano alla pari di quelli che seguono Giove, Marte e Nettuno. Ad individuare TK7 è stato un gruppo di astronomi guidati da Martin Connors, dell’Athabasca University, che hanno analizzato a lungo i dati forniti da Wise (Wide-field Infrared Survey Explorer), il satellite infrarosso targato Nasa. I primi sospetti sono stati poi confermati da osservazioni con telescopi ottici da terra.
Si è scoperto, così, che il troiano avanza lungo l’orbita della Terra precedendola di due mesi. Le oscillazioni dell’asteroide infatti sono legate strettamente ad una coordinata dello Spazio ben precisa, chiamata punto lagrangiano L4. Questo significa che TK7 ha raggiunto una situazione di quasi-stabilità, in cui si mantiene sempre entro un certo intervallo di distanza dal nostro pianeta. I catastrofisti si mettano l’animo in pace, significa che non c’è nessun rischio di tamponamento: il troiano non si avvicinerà mai a più di 24 milioni di km da casa nostra nei prossimi 100 anni almeno.
“Tuttavia, TK7 è un troiano solo temporaneo”, ha spiegato Giovanni Valsecchi, astronomo dell’ Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica), “e in questo è differente, per esempio, dai troiani di Giove. Questi ultimi, infatti, sono in buona parte su orbite sostanzialmente stabili, parliamo di tempi scala nell’ordine della vita del Sistema Solare. L’oggetto appena scoperto, invece, è su un’orbita attualmente di tipo troiano, ma instabile».
Vuol dire che il nuovo compagno della Terra non sarà sempre fedele al nostro pianeta. Prima o poi abbandonerà la sua orbita, anche se non è ancora ben chiaro quando. Le previsioni degli astronomi si fermano intorno all’anno 9000 che, tutto sommato, non è proprio dietro l’angolo. Insomma, c’è ancora parecchia strada da fare insieme.
Riferimento: doi:10.1038/nature10233
Immagine: L’orbita (segnata in verde) di TK7 intorno al piano dell’orbita terrestre. I puntini blu mostrano il moto di rivoluzione del nostro pianeta intorno al Sole. (Credit: Paul Wiegert, University of Western Ontario, Canada).
Credit video: Nasa
Via wired.it