Un gene fa la differenza

Scoperto al St. Jude Children’s Hospital di Memphis, nel Tennessee, un gene in grado di prevenire la differenziazione spontanea nelle cellule staminali. Il gene si chiama ABCG2/Bcrp1 e sembra anche funzionare da “marcatore”, cioè in pratica aiuterebbe i ricercatori a identificare proprio le cellule staminali più promettenti per l’utilizzo terapeutico. Le cellule staminali sono cellule non ancora differenziate (cioè che non hanno ancora iniziato a svilupparsi in un tipo di tessuto piuttosto che in un altro) che possono essere manipolate per ottenere sangue, muscoli, tessuto osseo e nervoso. Una fonte preziosa, quindi, di tessuti di ricambio per curare moltissime malattie. Ma la maggior parte di queste cellule sono fragili e necessitano di accurata “manutenzione”. Uno dei problemi più gravi è che, quando queste cellule vengono messe in coltura, alcune di esse iniziano a differenziarsi spontaneamente. A quel punto diventano inutilizzabili. Brian Sorrentino, autore della ricerca apparsa su Nature Medicine di settembre, ha scoperto che le cellule che esprimono il gene ABCG2/Bcrp1 sono quelle con le maggiori probabilità di rimanere indifferenziate. Nelle cellule che invece hanno già assunto caratteristiche specifiche il gene non è presente. “È l’inizio di una fase importante nella ricerca sulle cellule staminali”, dice Sorrentino, “e il meccanismo che e mantiene nello stato ‘primitivo’ è una delle questioni chiave”. (f.n.)

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