Un ritorno alla origini per il fiume Po. La ricetta proposta da Wwf e dal Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale (Cirf) prevede la rinaturazione del fiume riforestando le sponde, ripristinando le aree naturali per le esondazoni e rimuovendo le strutture artificiali. Il tutto per ridurre il rischio idrogeologico e migliorare la qualità delle acque. Secondo quanto afferma il rapporto “La rinascita del Po – Una proposta per il più grande fiume d’Italia”, presentato in occasione del IV Convegno Internazionale sulla Riqualificazione Fluviale tenutosi a Venezia il 20 giugno scorso, solo un fiume “più naturale” può apportare vantaggi anche in termini economici e sociali.
Il punto è come spendere i 180 milioni di euro che il Comitato Interministeriale Programmazione Economica (Cipe) ha da poco stanziato per il progetto “Valle del fiume Po” con l’obiettivo di potenziare la rete ecologica e promuoverne la fruizione culturale e ambientale. Secondo alcuni, i soldi andrebbero impiegati nel progetto di “bacinizzazione” del fiume, con la costruzione di opere artificiali come chiuse, dighe, traverse e canalizzazioni per supportare la navigazione commerciale. Secondo Wwf, Cirf e alcuni esperti intervenuti al convegno però, queste proposte avrebbero un impatto devastante sull’ecosistema del fiume a fronte di benefici economici tutti da dimostrare. Ben diverse le loro idee per migliorare la situazione dei circa 650 chilometri di fiume: “Realizzare interventi in cui la riqualificazione ecologica sia orientata anche alla riduzione del rischio idrogeologico, sostenere lo sviluppo e le aspettative locali attraverso un percorso partecipato. Le condizioni di degrado del Po, testimoniate da inquinamento delle acque, diffusione di specie ittiche alloctone che minacciano la biodiversità locale, e dall’ingresso di acqua dal mare che ‘risale’ il fiume per oltre 25 chilometri, dimostrano che è necessario, ormai, un intervento urgente con un approccio diverso rispetto alla linea seguita finora”. Nonostante i ritardi delle istituzioni, Wwf e Cirf chiedono ora che si agisca concretamente per intraprendere un percorso che riqualifichi la valle fluviale prima che sia troppo tardi. (s.m.)