Una breve storia della Biologia

Ernesto Capanna
Il Tempo e la Verità. Una breve storia della Biologia
Casa Editrice Università “La Sapienza”, 2006
ISBN 88-872-42-70-4
pp.332, euro 15,00

Nel volume “Il Tempo e la Verità” edito dalla casa editrice Università “La Sapienza”, Ernesto Capanna, docente di Anatomia comparata all’Università di Roma “La Sapienza” e accademico dei Lincei, propone una rivisitazione sintetica e piacevole della storia delle conoscenze e delle teorie biologiche.

Il titolo, ispirato dal frontespizio di un libro del medico e fisiologo inglese William Harvey (1578-1657), sintetizza la finalità dell’opera: sovvertire l’idea di verità scientifica come prodotto di un atto istantaneo, o comunque slegato all’evoluzione del pensiero e affermare, invece, l’importanza del tempo, come percorso che prepara e permette la maturazione delle grandi scoperte scientifiche. Un messaggio niente affatto scontato per i non addetti ai lavori. Ma anche per gli studenti dei corsi universitari in Scienze Biologiche, dove la priorità data agli aspetti nozionistici, metodologici e applicativi, finisce per relegare spesso nel dimenticatoio alcuni indispensabili elementi culturali.La trattazione copre un arco di tempo assai ampio, coerentemente con l’esigenza di andare a ritroso fino alle radici storiche del pensiero scientifico. Si parte dalla credenza di “generazione spontanea” che caratterizza il pensiero greco pre-aristotelico, per arrivare a Francis Crick e James Watson che nel 1953 chiariscono la struttura dell’acido desossiribonucleico (DNA) sulla scorta degli esperimenti di diffrazione ai raggi X di Rosalind Franklin. Negli altri capitoli trovano spazio tutti i passaggi più importanti dell’evoluzione del pensiero biologico: le cognizioni e le teorie del mondo antico, greco e romano, del Medioevo. E poi, ancora, dal Rinascimento all’Illuminismo, per arrivare a Darwin e alla “modern synthesis”, trovando spazio anche per alcune considerazioni sul problema emergente del creazionismo.

In tutti i capitoli gli argomenti sono trattati adeguatamente e con una comunicativa efficace. Interessante la scelta di dedicare una capitolo, seppur breve, alle conoscenze biologiche e mediche nel mondo Islamico tra l’VIII e il XII secolo (Una parentesi islamica, pp 57- 64), dove il lettore viene portato a comprendere quanto grande sia il potere che le idee scientifiche possono avere di attraversare i confini culturali e religiosi, e quanto fecondo possa essere l’incontro tra ambiti culturali diversi. Tra gli altri capitoli, segnalerei quello dedicato a Darwin (Darwin e il Darwinismo, pp. 249-281), nel quale l’autore riesce a conferire una certa originalità alla trattazione, cosa assai difficile vista la mole di scritti sul personaggio. Questo viene ottenuto condendo il dettagliato resoconto storico-scientifico con le spezie di un composto gossiping. Infatti, in alcuni punti l’autore sembra addirittura voler dare alla vicenda di Darwin le forme di una saga familiare. La scelta si rivela però efficace, in quanto accende la fantasia del lettore e gli permette come di intravedere l’atmosfera sociale eculturale in cui il grande scienziato ha vissuto e operato.

Venendo ad aspetti puntuali, alcuni lettori più addentro all’argomento apprezzeranno senz’altro i riferimenti alle scuole italiane, come nel caso della Zoologia (pp.272-274) o dell’Antropologia (pp.280-281). Lodevole anche lo sforzo di indicare e, soprattutto, argomentare alcune selezionate letture integrative. Il pregio di questo volume va ricercato essenzialmente nella sua duplice natura di opera, da una parte, scientificamente e storicamente rigorosa e, dall’altra, accessibile ad un pubblico non specialistico. L’autore è stato infatti capace di affrontare un argomento complesso e (diciamocelo!) potenzialmente noioso, mantenendo una notevole vivacità narrativa e uno stile spontaneo, senza peraltro cadere mai nella banalità. Questo è sicuramente legato alla scelta di usare un linguaggio semplice e scorrevole e di non fare ricorso, se non dove questo era indispensabile, a tecnicismi o termini gergali. Ma è altrettanto importante il fatto che, pur non trascurando il contesto storico e culturale, la trattazione faccia perno principalmente sulla descrizione dei personaggi. Questa scelta non altera il filo logico della narrazione. Anzi, va riconosciuta all’autore la capacità di mantenere costante l’attenzione da parte del lettore, grazie a un uso oculato di elementi sia anedottici che letterari, sempre ben cuciti intorno agli aspetti storico-scientifici. In definitiva, la vivacità e l’arguzia che si respirano leggendo il testo ne rendono la lettura assai gradevole. Per questi aspetti, insieme alla completezza e alla qualità dei contenuti, “Il Tempo e la Verità” è consigliabile non solo a studenti e docenti (universitari e non), ma anche a tutti coloro vogliano scoprire quella profondità e quel respiro che le nozioni e le teorie scientifiche possono acquisire se viste con una prospettiva storica.

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