Una bussola per i pazienti

Gerardo D’Amico con Massimo Dotto
La salute in tasca. Guida pratica per difendere il proprio diritto alla salute
Mursia 2010, pp. 275, euro 17,00

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Due riflessioni ci hanno accompagnato per tutta la lettura di questo libro. La prima ci porta a dire che “La salute in tasca” è uno strumento molto utile per orientarsi in quel labirinto di “cavilli e stanze chiuse” che è il nostro Sistema Sanitario Nazionale, perché non solo ci permette di conoscere in anticipo gli ostacoli tipici di ogni percorso terapeutico, ma ci suggerisce anche il modo per superarli. La seconda ci induce a pensare che tutta questa strategia di “difesa ed azione” così scrupolosamente messa a punto da Gerardo D’amico in collaborazione con l’avvocato Massimo Dotto stona un po’ troppo con le ambizioni di un paese civile, in cui il diritto alla salute dovrebbe essere dato per scontato e non rivendicato ogni volta come si trattasse di una nuova e agognata conquista.

Insomma, di questa essenziale “guida pratica per difendere il proprio diritto alla salute” avremmo preferito poterne fare a meno. Insieme alle centinaia di richieste di aiuto provenienti da cittadini spaesati e indignati che D’Amico ha raccolto in decenni di attività sul campo dissestato della sanità italiana, prima come conduttore di “Articolo 32”, su Gr parlamento della Rai, e ora di “Ippocrate”, su Rainews 24.

In quelle testimonianze c’è il ritratto di una creatura mostruosa dalle “mille facce, tutte oscene, della burocrazia” che assiste beffarda alle sofferenze di anziani abbandonati sulle barelle del pronto soccorso, alle grottesche liste d’attesa per Tac e risonanze magnetiche, alla latitanza dei servizi di assistenza domiciliare, alle crudeli lungaggini della politica che soffocano persino le speranze in una vita migliore. Un esempio per tutti: il mancato aggiornamento del “nomenclatore tariffario”. L’elenco degli ausili e delle protesi per disabili, ci ricorda D’Amico, è infatti vergognosamente fermo a dieci anni fa e continua, ignaro dei progressi della tecnologia, a proporre sfacciatamente gambe e braccia artificiali da antiquariato. Che procurano ben poco sollievo a chi le usa, ma enormi profitti alle aziende che le producono.
La vicenda del nomenclatore tariffario, ripercorsa nel libro con una chiarezza inedita, non è la prima cosa che viene in mente quando si pensa al diritto alla salute. Dovrebbe esserlo invece. Perché, forse meglio di altri casi critici, rappresenta il “paradigma di un certo modo di fare politica e di fare sanità in Italia”. Dobbiamo a Gerardo D’Amico avercelo fatto capire.

Sì perché “La salute in tasca” si può apprezzare da due prospettive differenti. Per chi è in cerca di risposte, il libro veste a pennello i panni di una guida che informa sulle leggi che tutelano i malati, sui doveri del medico di famiglia (tra cui anche quello di visitare a casa), sugli interventi di competenza della guardia medica e del pronto soccorso, sulla possibilità di accedere a cure all’estero. Consultandolo sotto quest’ottica troviamo gli indirizzi e la descrizione dei principali ospedali italiani divisi per regione e per aree di specializzazione, numeri utili attivati dall’Istituto Superiore di Sanità, le normative e i codici deontologici di medici e infermieri che difendono (sulla carta) i diritti del malato.

Un altro livello di lettura, inaspettato, ci fornisce un’analisi profonda, lucida e puntuale di quei diritti che sono, se possibile, ancora più negati di altri, perché stroncati sul nascere nei luoghi che avrebbero dovuto invece fargli da culla: le aule del parlamento.  Dove accade che la classe politica a volte preferisca tergiversare e non prendere decisioni, come nel caso del testamento biologico o delle cure palliative, altre invece imponga ai cittadini le proprie convinzioni etiche, come nel caso della legge 40 sulla fecondazione assistita. Sono pagine preziose quelle che D’Amico dedica a questi temi non solo per quello che c’è scritto ma per come è scritto. La capacità, tutta giornalistica, di isolare il nocciolo del problema e presentarlo ai lettori saltando inutili e complicati preamboli rende questo libro una indispensabile risorsa per poter tornare a ragionare con cognizione di causa.  Una guida per  orientarsi anche nel mondo delle idee.

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