Una nuova fonte di raggi gamma

Dal momento che l’atmosfera terrestre ne impedisce il passaggio, solo un satellite lanciato nello spazio è in grado di osservare le emissioni gamma, radiazioni elettromagnetiche di frequenza molto elevata prodotte da esplosioni violente come quelle di una supernova. È questo lo scopo del Fermi Gamma-ray Large Area Space Telescope (Glast), telescopio spaziale lanciato dalla Nasa nel 2008, che di recente ha permesso una nuova scoperta: queste piogge di fotoni ad alta energia sono generate anche dalla meno energetica esplosione di una nova. A dimostrarlo è uno studio pubblicato di recente su Science, in cui i ricercatori del Glast forniscono i dettagli delle loro rilevazioni, avvenute nel 2012 e 2013.

Nova e supernova sono esplosioni di stelle, l’atto finale del loro ciclo di vita. Una nova si forma in seguito all’accumulo di idrogeno negli strati superficiali di una nana bianca, cioè una stella poco luminosa, di elevata densità e piccole dimensioni, che si trova nell’ultimo stadio della sua evoluzione. Una supernova invece si osserva in seguito al collasso del nucleo di una stella super-massiva e l’energia così prodotta è maggiore di quella di una nova. Si credeva per questo che solo esplosioni violente come quelle di una supernova producessero emissioni gamma, ma Large Area Telescope (Lat), strumento del Fermi Gamma-ray Large Area Space Telescope, ha invece rilevato emissioni ad alta energia originate da tre novae classiche.

I ricercatori ritengono che non si tratti di casi isolati, ma che possa essere invece una proprietà comune a tutte le novae classiche. La scoperta mette dunque in discussione quanto si sapeva sull’esplosione delle nane bianche, anche se non è ancora noto quale sia il meccanismo che porta alla produzione dei raggi gamma.

Riferimenti: Science DOI: 10.1126/science.1253947

Credits immagine:

Filter Forge/Flickr

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