Una tripletta di buchi neri

I dati ottenuti da molteplici osservazioni hanno dimostrato che ogni galassia che ha massa simile o maggiore della Via Lattea ospita al suo centro un buco nero supermassivo (ossia un buco nero con una massa milioni o miliardi di volte più grandi quella del Sole). Si crede che queste grandi galassie abbiano avuto origine dall’unione di due (o più) galassie più piccole: ci si aspetta quindi di trovare spesso coppie di buchi neri supermassivi, che una volta si trovavano al centro di galassie più piccole, in sistemi molto grandi.

Questi sistemi binari di buchi neri sono molto interessanti, perché potrebbero influenzare profondamente il centro della galassia: essi sono in grado di perturbare i gas che si trovano al suo interno e possono addirittura espellere stelle dal sistema. Tuttavia, nonostante gli scienziati li abbiano cercati a lungo, solo pochi sistemi binari di buchi neri supermassivi sono stati fino ad ora individuati. Al contrario, in uno studio pubblicato su Nature, Roger Deane della University of Cape Town e i suoi colleghi, hanno invece annunciato la scoperta di un rarissimo sistema triplo (finora ne sono stati individuati solo quattro).

J1502+1115 (è questo il nome del sistema triplo individuato) – i cui due buchi neri più vicini si trovano a circa 140 parsec (1 parsec equivale a circa 3,1 x 1013 km) di distanza-  si trova assai più lontano dalla Terra di un qualsiasi altro sistema binario con una separazione orbitale comparabile (la distanza minore finora individuata tra una coppia di buchi neri in un sistema simile era di circa 240 parsec). La piccola distanza tra due dei buchi neri ha delle importanti conseguenze sul sistema: ad esempio fa sì che i getti di onde radio emessi dai buchi neri abbiano una particolare struttura elicoidale, che potrebbe aiutare in futuro ad individuare questi oggetti senza avere necessariamente bisogno di osservazioni ad altissima risoluzione.

Inizialmente, J1502+1115 era stato erroneamente scambiato per un quasar (un nucleo di galassia estremamente luminoso, potente sorgente di onde radio) con delle particolari linee di emissione a doppio picco. L’identificazione come un sistema a tre buchi neri è avvenuta quando gli scienziati hanno individuato tre differenti getti di radiazione emesse nelle frequenze delle onde radio dai diversi buchi neri, due dei quali separati appunto di 140 parsec.

Dal momento che un sistema di questo tipo è stato individuato dai ricercatori dopo aver analizzato solamente sei galassie, gli scienziati sostengono che questi sistemi sono di fatto più frequenti di quanto si pensasse: molti candidati già soddisfano i nuovi criteri osservativi imposti da Deane e colleghi, e le nuove survey che verranno compiute utilizzando il Panoramic Survey Telescope e il Large Synoptic Survey Telescope, rispettivamente situati alle Hawaii e in Cile, faranno sicuramente aumentare il numero dei sistemi binari di buchi neri. E perché no anche quello delle triplette di buchi neri.

Riferimenti: Nature doi: 10.1038/nature13454
Credits immagine: NASA/JPL-Caltech

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