Un nuovo vaccino contro l’herpes

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(Foto via Pixabay)

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre due terzi della popolazione mondiale hanno l’HSV-1, comunemente conosciuto come herpes orale (nonostante si stia presentando sempre più di frequente come un’infezione genitale), mentre oltre il 10% della popolazione soffrirebbe di HSV-2, noto anche come herpes genitale. Con quasi 4 miliardi di persone affette da uno dei due tipi di herpes, si tratta di una delle infezioni più diffuse sul pianeta.

Grazie ad un ingegnoso meccanismo, sviluppato per evitare le cellule del sistema immunitario, questo virus è infatti in grado nella maggior parte dei casi di rimanere all’interno del nostro corpo molto a lungo. Si nasconde infatti all’interno delle cellule del sistema nervoso, fuoriuscendo solo occasionalmente per causare dei sintomi (nonostante alcuni studi mostrino come la maggior parte delle persone infette da HSV-2 non presenti sintomi). Tuttavia, uno studio pubblicato su PLOS Pathogens, illustra lo sviluppo di un nuovo vaccino, in grado di colpire il cuore di questo meccanismo.

Nonostante spesso non presenti sintomi, e sia facile diminuire il rischio di trasmissione utilizzando preservativi e farmaci anti-virali, l’herpes genitale può comunque essere pericoloso: aumenta il rischio di contrarre l’HIV, ad esempio, e può causare seri problemi di salute nei neonati se trasmesso durante il parto. Per questo, Harvey M. Friedman e i suoi colleghi della University of Pennsylvania School of Medicine, stanno cercando di trovare un modo di eliminare entrambi i ceppi del virus, una volta per tutte.

“L’herpes è uno di quei virus bravissimi ad evitare il nostro sistema immunitario,” ha spiegato Friedman a Popular Science, “Può rimanere dormiente, e causare sintomi in pazienti che sono, da un punto di vista immunologico, in salute. Quindi ci siamo chiesti, come fa questo virus a comportarsi così, se il sistema immunitario è intatto?”

Il team ha scoperto che il virus è in grado di produrre proteine capaci di impedire al nostro sistema immunitario di costruire anticorpi, che si occupano normalmente di riconoscere e combattere le infezioni. “Molti dei ricercatori che lavorano su vaccini per l’herpes gli fanno prendere di mira la parte del virus che gli permette di entrare nelle cellule, dove esso cresce e si riproduce,” ha aggiunto Friedman, “Tuttavia abbiamo visto che nei test clinici, questo non ha l’effetto desiderato.”

Friedman e colleghi hanno quindi combinato questa strategia con una nuova tecnica, colpendo non solo la parte del virus che permette al patogeno di entrare nelle cellule, ma anche le molecole che gli permettono di nascondersi. In questo modo, spiegano i ricercartori, il corpo riesce a produrre gli anticorpi per attaccare il virus, che a sua volta non riesce a nascondersi e viene eliminato.

Il team ha testato il vaccino su due gruppi di animali che erano stati infettati con HSV-2, un gruppo di macachi, il cui sistema immunitario è molto simile al nostro, e un gruppo di porcellini d’india. I macachi sono stati usati per testare l’efficacia del vaccino dal punto di vista cellulare, perché non presentano gli stessi sintomi degli esseri umani quando infettati dall’herpes. I porcellini d’india, invece, sono stati usati per testarne la capacità di ridurre i sintomi. In entrambi i gruppo, il vaccino si è mostrato efficace, proteggendo gli esemplari dall’infezione e diminuendo la presenza del virus nei loro organismi. Il prossimo passo? I test sugli esseri umani, che, secondo i ricercatori, potrebbero avvenire entro un paio d’anni.

Riferimenti: PLOS Pathogens

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