“Vago e non scientifico”

Chi qualche anno fa si faceva illusioni è servito. Una modesta apertura di Papa Karol Woityla, nel 1996, aveva fatto pensare a un nuovo atteggiamento della Chiesa verso l’evoluzionismo, che Giovanni Paolo II aveva definito, in un discorso all’Accademia Pontificia, “più che una semplice ipotesi”. A rimettere le cose a posto ci ha pensato, giovedì 7 luglio, il cardinale di Vienna Christoph Schönborn con un editoriale sul New York Times. Schönborn, dato ripetutamente tra i papabili nel conclave che ha poi eletto Joseph Ratzinger, ha precisato a chiare lettere che quella di Woityla era una considerazione “piuttosto vaga e poco importante”, e che il Darwinismo rimane e sempre rimarrà una teoria incompatibile con la fede cattolica. Peggio ancora, “non scientifica”. “L’evoluzione nel senso di discendenza comune delle specie viventi potrebbe essere vera, ma nel senso neo-Darwiniano di processo non guidato, non pianificato, di variazione casuale e selezione naturale non lo è” scrive il cardinale. L’editoriale, che cita ampiamente anche passi di scritti di Papa Benedetto XVI, si conclude con queste parole: “All’inizio del XXI secolo, di fronte alle pretese scientifiche come il neo-Darwinismo a le diverse ipotesi cosmologiche inventate per evitare di vedere la schiacciante evidenza di un intento e un progetto, la Chiesa Cattolica continuerà a difendere la ragione umana proclamando che l’evidente progetto immanente nella natura è reale. Le teorie scientifiche che cercano di spiegare la comparsa di questo progetto come il risultato di caso e necessità non sono per niente scientifiche ma, come lo stesso Giovanni Paolo II diceva, una abdicazione dell’intelligenza umana”. Parole chiarissime, ben poco concilianti verso la scienza moderna, per la quale “evoluzione” significa solo e soltanto variazione casuale e selezione naturale, altrimenti non è di evoluzione che si parla. Ma da un certo punto di vista Schönborn ha ragione da vendere, secondo Gilberto Corbellini, docente di storia della medicina e di bioetica all’Università “La Sapienza” di Roma. “La Chiesa Cattolica non ha mai fatto alcuna concessione all’evoluzionismo, chi si entusiasmò per le parole di Woityla vide solo quello che ci voleva vedere. Il cardinale austriaco ha solo chiarito un malinteso”. Colpisce però che questo avvenga con un editoriale sul principale quotidiano del mondo. Una mossa intellettualmente e politicamente molto esplicita. Secondo Corbellini, “la Chiesa Cattolica sta cercando di raccogliere i frutti, del ritorno di un sentimento di religiosità, evidente in Europa come in America. E negli Stati Uniti in particolare, non vuole rimanere indietro rispetto alle chiese evangeliche, che sono sempre più potenti grazie anche ai legami con l’attuale amministrazione”. In particolare, l’iniziativa di Schönborn sembra nascere da una sorta di intesa con Mark Ryland, vice presidente del Discovery Institute, il think-tank conservatore che lavora da anni per accreditare la teoria dell’intelligent design, versione “soft” del creazionismo. “Molti hanno notato che le parole di Schönborn ricalcano molto da vicino quelle scritte da Ryland che si trovano sul sito web dell’istituto” nota Corbellini. In qualche modo, secondo lo storico italiano, la Chiesa Cattolica sta saggiando il terreno, sta misurando le reazioni del pubblico di fronte a un suo atteggiamento più decisamente integralista verso la scienza. “Molti si aspettavano maggiori aperture da un teologo razionalista come Ratzinger, rispetto a un teologo fenomenologico e molto politico come Woityla” prosegue Corbellini. “Ma in realtà, forse proprio perché razionalista, Ratzinger si rende perfettamente conto di quale atteggiamento paghi di più oggi. Ed è quello integralista e della semplificazione del messaggio. Non solo, ma Ratzinger comprende molto bene il pericolo che per il messaggio della Chiesa viene dalla direzione in cui sta andando la scienza moderna. Ormai molti studi nell’ambito delle neuroscienze forniscono le prime indicazioni di una base biologica della fede, del sentimento religioso, e del suo valore evolutivo. La Chiesa deve evitare di trovarsi impreparata di fronte a questo, e lo fa cercando di minare alla base la credibilità della moderna biologia”.

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