Covid-19, cosa sappiamo sulla nuova variante scoperta in Francia

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(Foto: Viktor Forgacs on Unsplash)

I suoi scopritori l’hanno soprannominata Ihu, a ricordare l’istituto francese (l’Ihu Méditerranée Infection, appunto) presso il quale è stata individuata. Formalmente la nuova variante di Covid-19 si chiama B.1.640.2 e ne sono stati identificati 12 casi nel sud della Francia. Per ora si sa che presenta decine di mutazioni rispetto al virus originale, molte anche sulla proteina spike e che alcune potrebbero condizionare la sua capacità di trasmettersi e di sfuggire ai vaccini attuali. Tuttavia è ancora troppo presto per esprimersi.

L’articolo in preprint che rende nota l’identificazione della variante di Covid-19 Ihu è disponibile su medRxiv dal 29 dicembre e descrive l’emergere di una nuova variante di coronavirus, riscontrata durante il sequenziamento del genoma virale nei campioni prelevati da 12 persone nel sud della Francia agli inizi di dicembre. Secondo quanto ricostruito dagli scienziati, il primo caso sarebbe quello di una persona completamente vaccinata tornata da un viaggio in Camerun (che potrebbe essere il paese in cui la nuova variante ha avuto origine).

La nuova variante – si legge nel documento – presenta 46 mutazioni (cioè cambiamenti delle lettere del codice genetico) e 37 delezioni (cioè mancano delle lettere nel codice) che fanno sì che ci siano numerose modifiche negli aminoacidi che compongono le proteine virali. 14 alterazioni aminoacidiche cadono nella proteina spike, che è fondamentale per infettare le cellule e rappresenta il bersaglio degli anticorpi.


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Per questo qualcuno teme che, proprio come la variante omicron, questa ulteriore versione di Sars-Cov-2 possa essere altamente trasmissibile e sfuggire ai vaccini. Tra le sostituzioni aminoacidiche saltano infatti all’occhio le già note N501Y e E484K, che sono presenti in altre varianti preoccupanti e sono state associate rispettivamente a una maggiore contagiosità e a una minore sensibilità agli anticorpi dati dal vaccino o da una precedente infezione. Tuttavia bisogna ricordare che se anche certe mutazioni prese da sole possono suggerire una determinata caratteristica, la loro combinazione  potrebbe dare esiti ben diversi e risultare nel complesso poco vantaggiosa per il virus.

Dunque, solo ipotesi per il momento. Non si può ancora dire nulla sulle caratteristiche della variante Ihu, che i portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) hanno dichiarato di aver già nei propri radar ma che, per il momento, non rappresenta una preoccupazione. Ciò non significa che non possa diventarlo, ma finora ci sono pochissimi casi segnalati. Come se in qualche modo la nuova variante avesse difficoltà a diffondersi.

Via: Wired.it

Credits immagine: Viktor Forgacs on Unsplash