Variante delta, perché è così contagiosa

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(Foto: NIAID-RML)

Qual è il segreto della variante delta del coronavirus? Da cosa dipendono la sua contagiosità di gran lunga superiore a quella della già molto contagiosa variante alfa e, di conseguenza, la sua velocità di diffusione? Gli esperti ci stanno lavorando, nel tentativo di capire sempre meglio questo patogeno e individuare quei “punti caldi” nel suo genoma che potrebbero consentirci di sviluppare strategie difensive migliori e magari non essere sempre alla rincorsa della nuova variante di turno. Una risposta chiara, comunque, ancora non c’è, anche se diversi gruppi di ricerca stanno valutando il ruolo della mutazione P681R sulla proteina spike che potrebbe aver contribuito a dare un vantaggio a delta.

Una mutazione particolare

Sequenziando la variante delta gli scienziati hanno identificato una particolare mutazione, chiamata P681R, che determina la sostituzione dell’aminoacido prolina con l’aminoacido arginina in un punto all’interno della proteina spike, noto come sito di scissione della furina.

Secondo alcuni esperti (gli studi in preprint sono disponibili qui e qui) questa mutazione conferirebbe un vantaggio in termini di infettività alla variante delta: aumenta la frequenza con cui la furina, che è un enzima della cellula, modifica la proteina spike contribuendo a pre-attivare le particelle virali, che quindi riescono a infettare in modo più efficiente le cellule. Prove su colture cellulari avvalorerebbero l’ipotesi e i dati di laboratorio riflettono la velocità con cui la variante delta di coronavirus si sta diffondendo in tutto il mondo.

Non c’è un’unica mutazione

Senza negare il probabile ruolo cruciale della mutazione P681R per la diffusione della variante delta, i risultati di altri gruppi di ricerca (descritti ancora da due studi in preprintqui e qui) sottolineano come potrebbe invece essere la combinazione di questa e altre mutazioni la responsabile delle sue straordinarie caratteristiche. Esistono infatti altre varianti che possiedono la mutazione P681R ma che non hanno avuto la stessa diffusione di delta.

Via Wired.it

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