Vespe, queste sconosciute

Stefano Turillazzi
La società delle vespe
Alberto Perdisa Editore, 2003
pp.251, euro 14,00

Nel linguaggio comune, “vespa” non ha un riferimento molto preciso. Lo usiamo per molti tipi di insetti gialli e neri, più grandi delle api, che però non fanno il miele. Poi invece ci sono quelle che pungono, e fanno male, scatenando forti reazioni allergiche. Ancora, ci sono molti imitatori, che sembrano vespe ma non lo sono. Ma la confusione è capibile: la famiglia delle “vespidae” comprende sei sottofamiglie, una delle quali comprende ben 29 generi; nuove specie vengono scoperte in continuazione, in particolare nelle foreste pluviali. Di queste sottofamiglie, tre sono dette “eusociali” e sono particolarmente interessanti per il loro comportamento. Esse creano infatti delle vere e proprie “società”, simili alle formiche e alle api, in cui convivono più generazioni di individui, dove c’è una collaborazione all’allevamento della prole, anche se nasce da una parte molto specifica della popolazione. Le colonie possono raggiungere il milione di elementi, che abitano in nidi la cui architettura è spesso meravigliosa. Proprio ai segreti delle vespe sociali, che rappresentano dal punto di vista evolutivo modelli molto importanti per lo studio del comportamento, ci introduce il libro di Turillazzi. L’autore ci introduce letteralmente all’interno dei nidi, guidandoci con parole semplici alla scoperta di questi insetti molto temuti. In realtà, le loro caratteristiche sono tali da poter facilmente diventare un alleato dell’essere umano. Le vespe sono infatti predatrici, e possono quindi essere utilizzate nei programmi di prevenzione biologica di molti parassiti delle piante di uso agricolo. Certo, vanno trattate con una certa cautela, e l’autore non manca di darci consigli utili al proposito: per esempio sulle migliori strategie per eliminare un nido o su come trattare una puntura. Stefano Turillazzi è professore di Zoologia e Entomologia all’Università di Firenze, ed è uno dei massimi esperti mondiali per quanto riguarda questi insetti, dei quali studia in particolare alcuni generi presenti nel Sud-Est asiatico. Ma non è solo un professionista: è soprattutto un appassionato. Questo libro esprime infatti un interesse che va molto aldilà del dovere professionale, ma che vuole trasmettere una passione al lettore. Ci riesce sicuramente, anche grazie a un apparato di immagini ben progettato e ad alcune appendici interessanti, che riportano una breve bibliografia italiana e una sitografia, per consentire al lettore conquistato di approfondire la sua conoscenza di questi insetti così comuni, eppure quasi sconosciuti.

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