Virzì: alla medicina narrativa non servono specialisti ma capacità di ascolto

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In tutta Italia continua la fioritura di iniziative e progetti volti a introdurre la narrazione in ambito medico. Tuttavia, in generale, tra i medici manca ancora un’attenzione sistematica per l’ascolto attivo del paziente, ovvero la capacità di lasciare spazio alla persona assistita guidandola, al contempo, nel racconto di alcuni elementi della sua storia clinica, e non solo. Così, alla vigilia del 2° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Narrativa in programma dal 10 al 12 maggio presso l’Ospedale San Donato di  Arezzo,  Antonio Virzì fotografa lo stato dell’arte della medicina narrativa nel nostro Paese. Suggerendo, in questa intervista rilasciata a OmniNews, che per favorirne la diffusione, più che una metodologia clinica, la medicina narrativa debba essere considerata un movimento culturale: “Perché tutti i medici possono e devono sviluppare competenze narrative da poter applicare in ambito clinico. Anche semplicemente potenziare l’ascolto del paziente è importante”.

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