World No Tobacco Day: sempre meno, ma ancora troppi i fumatori

Nel mondo ci sono ancora 1,1 miliardi di fumatori, di cui oltre l’80% vive nei paesi a basso e medio reddito. E oltre 7 milioni di persone all’anno muoiono a causa del consumo di tabacco. Sono questi alcuni dei dati allarmanti che emergono dal nuovo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), presentati in occasione del World No Tobacco Day 2018, il 31 maggio. Una guerra, quella contro il tabacco, che sebbene abbia portato a qualche miglioramento (il consumo è diminuito dal 27% nel 2000 al 20%nel 2016), non è ancora abbastanza per riuscire a raggiungere gli obiettivi mondiali volti a proteggere la popolazione tabagista da morte, malattie cardiovascolari e malattie non trasmissibili. Infatti, come si legge nel rapporto, il ritmo di azione per ridurre il consumo di tabacco e le relative morti e malattie è notevolmente in ritardo rispetto agli impegni globali di ridurre il consumo di tabacco del 30% (cioè che diminuisca di un terzo) entro il 2025: secondo le stime dell‘Oms, se la tendenza continua sulla traiettoria di oggi, si raggiungerà per quell’anno solamente una riduzione del 22%.

In particolare, l’Oms, in collaborazione con la World Heart Federation, si è concentrato sullo stretto legame tra il tabacco e le malattie cardiovascolari(come infarti e ictus), le principali cause di morte al mondo, responsabili di circa 3 milioni di morti all’anno. Come si legge nel rapporto, c’è ancora molta disinformazione riguardo i molteplici rischi per la salute associati al tabacco.

“La maggior parte delle persone sa che l’uso del tabacco provoca cancro e malattie polmonari, ma molte non sanno ancora che questo causa anche malattie cardiache e infarti”, spiega Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. “In questo World No Tobacco Day, l’Oms sta richiamando l’attenzione sul fatto che il tabacco non causa solo il cancro”.

In molti paesi questa scarsa consapevolezza è allarmante: in Cina, per esempio, oltre il 60% della popolazione non sa che il fumo può causare attacchi di cuore, secondo il Global Adult Tobacco Survey. E in India e Indonesia, più della metà degli adulti non sa che il fumo potrebbe provocare ictus. “I governi hanno il potere di proteggere i loro cittadini dalle malattie cardiache”, commenta Douglas Bettcher, direttore dell’Oms per la prevenzione delle malattie non trasmissibili. “Le misure che riducono i rischi per la salute del cuore includono il fatto che in tutti i luoghi pubblici e di lavoro interni sia vietato fumare e venga promosso l’uso di avvertenzesui pacchetti di tabacco che dimostrino i rischi per la salute”.

Da quanto si legge nel documento, inoltre, per gli uomini la percentuale di fumatori è scesa dal 43% nel 2000 al 34% nel 2015 e per le donne dall’11%sempre nel 2000, al 6% nel 2015. I consumatori del tabacco, che ne fanno uso, per esempio, tramite gomme o cerotti applicabili sulla pelle (e senza quindi fumarlo) sono circa il 6,5% della popolazione mondiale e di questi l’8,4% sono uomini e il 4,6% donne. Per quanto riguarda gli adolescenti, circa il 7% (o poco più di 24 milioni) tra 13 e 15 anni di età) fumano sigarette (17 milioni di ragazzi e 7 milioni di ragazze).

Infine, oltre la metà di tutti gli Stati membri dell’Oms ha registrato una diminuzione della domanda di tabacco, ma solamente un ottavo potrebbe raggiungere l’obiettivo di riduzione del 30% entro il 2025. I paesi, avvertono gli esperti dell’Oms, devono fare di più per monitorare l’uso del tabacco in tutte le sue forme, e non solo per quello da fumare. “Sappiamo quali politiche e azioni possono aumentare i tassi di abbandono del tabacco, impedire alle persone di iniziare a connsumare il tabacco e, infine, ridurne la richiesta”, spiega Svetlana Axelrod, assistente direttore generale dell’Oms per le malattie non trasmissibili e la salute mentale. “La nostra migliore possibilità di successo è attraverso l’unità globale e la forte azione multisettoriale contro l’industria del tabacco”.

Via: Wired.it

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