Quando le zecche succhiavano il sangue ai dinosauri

zecche dinosauri
(Credit: Nature Communications; Peñalver et al.)
zecche dinosauri
(Credit: Nature Communications; Peñalver et al.)

Neanche una pioggia di meteoriti è riuscita a fermarli. Diversamente dai dinosauri, parassiti come zecche, pulci e pidocchi continuano a popolare la Terra, tormentando molti esseri viventi. Ad esserne vittime, secondo una recente scoperta, erano gli stessi dinosauri: racchiusa in una goccia di ambra birmana conservata al Museo di Storia Naturale di Oxford e risalente a 99 milioni di anni fa, è stata rinvenuta una zecca aggrovigliata al piumaggio di un dinosauro del Cretaceo – l’ultima era antecedente alla grande estinzione. Il fossile è la prima testimonianza di una relazione tra parassiti e dinosauri piumati, molti dei quali si sono evoluti negli uccelli che oggi volano nei nostri cieli. La ricerca è stata pubblicata su Nature Communications.

Più precisamente, sono due i campioni di ambra esaminati, per un totale di non una ma tre zecche: un esemplare di Cornupalpatum burmanicum ‒ dell’ordine delle Ixodida, esistenti tutt’oggi – aggrappato alle barbule di una piuma e due esemplari di Deinocroton draculi ‒ “La terribile zecca di Dracula”, estinta durante il Cretaceo – di cui una tanto colma di sangue da superare di otto volte le dimensioni originali. Mentre il primo parassita trovato rappresenta un’evidenza diretta del rapporto tra artropodi succhia-sangue e dinosauri piumati, gli altri due sono una prova indiretta: attaccate al corpo di entrambe, i ricercatori hanno rintracciato setole di larva di coleottero. Si trattava, cioè, di parassiti che abitavano nei nidi delle proprie vittime, i dinosauri.

Gocce di resina diventata ambra in milioni e milioni di anni contengono il sangue e il DNA dei dinosauri. Tuttavia, con grande delusione per i più sfrenati fan del film cult di Spielberg, Jurassic Park, siamo ancora lontani dal servirci di questa informazione genetica in laboratorio: “Identificare la composizione del sangue contenuto nelle zecche non è possibile – puntualizza Xavier Delclòs, ricercatore dell’Università di Barcellona e autore dello studio ‒ perché il parassita non si trova completamente immerso nella resina, perciò il contenuto del suo ventre è stato contaminato dal deposito di minerali”.

L’ipotesi secondo cui tutti i dinosauri – non solo alcuni ‒ potessero essere ricoperti di piume risale al luglio 2014, quando Science pubblicò un articolo che attirò presto l’attenzione di tutta la comunità scientifica. Coerenti con questa novità, i risultati da poco pubblicati su Nature dicono che, per quanto ne sappiamo, le zecche identificate avrebbero potuto bersagliare tanto gli antenati dei moderni volatili (cosiddetti “raptor”), quanto qualsiasi altro dinosauro piumato. In ogni caso – spiegano i ricercatori, rifacendosi al modello evolutivo di Prum sull’evoluzione dei dinosauri piumati – l’asimmetria della piuma ritrovata suggerisce come il dinosauro in questione appartenga probabilmente al gruppo dei Pennaraptora, da cui discende per esempio il passero moderno.

Nel complesso, i risultati aprono la strada a tutta una serie di nuovi studi: i fossili finora ritrovati di artropodi ematofagi risalivano al massimo al periodo cenozoico, la cui data di inizio coincide con la grande estinzione. Il campione dell’Università di Oxford ha permesso di fare un ulteriore passo – indietro nel tempo, avanti per la ricerca. “Questa scoperta fornisce evidenti prove di come le zecche abbiano succhiato sangue dai dinosauri fino all’evoluzione di questi ultimi in uccelli, almeno per 100 milioni di anni – dice Enrique Peñalver, primo autore dello studio ‒ Mentre i volatili sono sopravvissuti all’estinzione di massa avvenuta 66 milioni di anni fa, le zecche non si sono limitate ad aggrapparsi alla vita: hanno continuato a proliferare”.

Riferimenti: Nature Communications

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