A scuola dai pappagalli

Avere il cervello come quello di un uccello potrebbe non essere più un insulto. Specie ora che gli scienziati delle università di OxfordVienna e dell’Istituto Max Planck di Seewiesen hanno svelato cosa sono capaci di fare i pappagalli cacatua. I volatili in questione, come descritto sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, si sono dimostrati in grado di apprendere dai loro simili come usare degli strumenti, migliorandone adirittura la tecnica d’utilizzo. Questo ha mostrato per la prima volta la possibilità, tra gli uccelli, di trasmettere una competenza attraverso l’interazione sociale.

I cacatua del Tanibar (Cacatua goffiniana) non sono noti per essere una specie che utilizza strumenti occasionali – un rametto o altro – per procacciarsi cibo: per questo motivo, vedere Figaro (uno degli esemplari presenti al laboratorio di Vienna) usare un pezzo di legno per raggiungere una nocciolina è stata una sorpresa per gli scienziati. I ricercatori, gudati da Alice Auersperg del Dipartimento di Biologia cognitiva dell’Università di Vienna, hanno subito iniziato degli esperimenti per saperne di più. Hanno formato due gruppi da sei esemplari ciascuno (tre maschi e tre femmine): un gruppo ha assistito alle “lezioni” di Figaro, promosso a insegnante, l’altro a una “dimostrazione fantasma”, in cui le stesse operazioni (uso del legnetto per prendere cibo) sono state svolte attraverso magneti nascosti sotto il tavolo e, quindi, invisibili ai volatili.

Il risultato è stato un successo per gli allievi di Figaro, che hanno imparato come usare un bastoncino per raggiungere il cibo fuori portata, cosa che non può assolutamente dirsi per l’altro gruppo, in cui nessun soggetto ha “recepito” l’insegnamento. I frutti del lavoro del professor Figaro, però, non si fermano qui. Tutti i suoi allievi maschi, infatti, non si sono limitati a emulare il loro simile, ma ne hanno migliorato la tecnica, facendo passare il legno sotto l’ostacolo per poi usarlo a mo’ di spazzola per avvicinare il cibo. 

“Nonostante guardare Figaro sia stato necessario, gli altri soggetti hanno scelto di non imitarlo, sviluppando una strategia propria. Questo”, spiega la Auersperg, “è quello che gli psicologi chiamano apprendimento per emulazione”. In un esperimento successivo, con i soggetti posti nelle stesse condizioni, ma in assenza di uno strumento “pronto per l’uso”, è emerso che due dei maschi appartenenti al gurppo di Figaro sono stati in grado di produrre da soli uno strumento partendo da un rametto.

“L’importanza di una dimostrazione dal vivo ha mostrato come questi uccelli, per riuscire in queste operazioni, abbiano bisogno di un soggetto con cui condividere lo stesso obiettivo. Questo”, chiarisce Alex Kacelnik, professore all’Università di Oxford e co-autore dello studio, “può essere dovuto a una maggiore attenzione al compito, o a empatia verso il soggetto che lo sta compiendo. Tuttavia ancora non possiamo dirlo”.

Riferimenti: Proceedings of the Royal Society B doi: 10.1098/rspb.2014.0972
Credits immagine: oaklandEarthGirl/Flickr

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