Nessuna pausa per il riscaldamento globale

Negli ultimi 100 anni la Terra ha continuato a scaldarsi, a causa dell’attività umana e dell’effetto serra. Un fenomeno drammatico, che se non verrà arrestato rischia di compromettere irrimediabilmente gli equilibri climatici del nostro pianeta, di distruggere innumerevoli ecosistemi e di mettere a rischio la sopravvivenza di moltissime specie viventi, non ultima la nostra. Di questo gli scienziati sono certi, anche se in tutti i calcoli, compresi i più recenti diffusi dall’Ipcc (Intergovernmental Panel for Climate Change), c’è un piccolo particolare, inaspettato, e apparentemente inspiegabile: dal 1998 a oggi le temperature medie della superficie del pianeta sembrano aver smesso di aumentare. Un nuovo studio su Science sembra aver trovato però la spiegazione: la superficie del pianeta non ha smesso di riscaldarsi, e le temperature continuano anzi ad aumentare a ritmo anche maggiore rispetto ai decenni precedenti, ma gli scienziati non sono riusciti ad accorgersene a causa di una serie di errori, o bias, nella raccolta e nell’analisi dei dati.

Per spiegare l’apparente diminuzione del riscaldamento globale negli ultimi anni sono state proposte diverse ipotesi, che vanno dalla possibilità che gli oceani abbiano iniziato ad accumulare una maggiore quantità di calore nelle acque più profonde, fino alla possibilità che eruzioni vulcaniche e grandi quantità di pollini abbiano schermato l’atmosfera terrestre, lasciando filtrare una minor quantità di raggi solari, e quindi di calore.

Di recente è inoltre stato fatto notare che l’anno scelto per calcolare l’inizio del buco nell’aumento delle temperature, il 1998(data in cui è nato l’Ipcc), è un pessimo candidato per stabilire un possibile trend climatico, perché fu un anno particolarmente caldo a causa degli effetti di un’oscillazione periodica conosciuta come El Niño.

Ma non solo. “Gli stessi dati sulle temperature, che vengono calcolati con una serie di tecniche estremamente diverse in mare e sulla terra ferma, sono stati una fonte di preoccupazione”, spiega infatti su Science Thomas Karl, direttore del National Oceanic and Atmospheric Administration’s National Climatic Data Center di Asheville, e primo autore del nuovo studio. Calcolare i trend reali delle temperature terrestri in effetti è un’impresa titanica da un punto di vista statistico e procedurale, perché bisogna mettere insieme dati provenienti dalle fonti più disparate.

Per lunga parte degli ultimi due secoli per esempio le temperature delle acque venivano calcolate gettando un secchio da una nave,secchio che poteva differire da flotta a flotta per materiali, fattura e tecniche con cui veniva calato e recuperato. In seguito si sono iniziati ad usare termometri posti nei motori delle navi, poi le boe di rilevazione, per arrivare infine alle moderne stazioni meteorologiche di oggi. Calcolare il bias, o l’errore statistico, necessario per utilizzare dati di origine così differente, non è quindi facile.

Lavorando sui dati in quest’ottica, i ricercatori hanno ricalcolato itrend delle temperature lungo tutti gli ultimi 100 anni, ottenendo risultati molto differenti da quelli dell’Ipcc. Secondo le nuove misure, tra il 1950 e il 1999 la temperatura della Terra sarebbe aumentata di 0,113 gradi centigradi per decade. Dal 1998 al 2012, il periodo del cosiddetto buco, i loro risultati mostrano inoltre un aumento di 0,086 gradi, molto più alto quindi degli 0,036 previsti dall’Ipcc, mentre tra il 2000 e il 2014 si arriva ad un aumento di 0,116 gradi, superiore alle media del secolo precedente, a dimostrare che il riscaldamento globale non si è fermato, ma starebbe anzi peggiorando, e continuerà a farlo in mancanza di interventi tempestivi.

Via: Wired.it

Credits immagine: World Resources Institute/Flickr CC

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