Meteo, con il 5G le previsioni sono meno affidabili

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Forse a Sharm-el-Sheik il meteo è buono, ma da noi, in questo autunno piovoso, controllare le previsioni sperando nel sole può diventare compulsivo. Ci possiamo fidare: anche se non è facile prevedere il tempo che farà, oggi l’accuratezza è ben superiore a quella delle previsioni che avreste letto su un giornale negli anni ’80. Ma rischiamo di tornare lì: il 5G, tecnologia di telecomunicazione che fa gola a molti, minaccia infatti di interferire con gli strumenti di previsione meteo, peggiorandone la qualità fino al 30%. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione metereologica mondiale (Wmo) e anche di questo si è discusso alla Conferenza mondiale delle radiocomunicazioni (Wrc), conclusa il 22 novembre proprio a Sharm-el-Sheik, dove si è trovato un accordo per limitare il disturbo.

Perché il 5G minaccia le previsioni meteo

Il problema posto dal 5G e dalla sua futura diffusione globale è la banda di frequenza. Le frequenze su cui il 5G lavora infatti sono vicine a quelle catturate da alcuni sensibili satelliti meteo, rischiando, per così dire di confondere i dati, come scrive la Wmo. La tecnologia opera infatti su una banda compresa tra i 24,25 e i 27,5 giga-hertz. Quasi la stessa dei satelliti meteo che orbitano attorno ai poli: 23,6-24 giga-hertz

Questi satelliti sono particolarmente importanti, perché ci forniscono informazioni sullo stato del sistema Terra, raccogliendo misure “passive” sull’atmosfera. Le misure passive sono compiute dalla strumentazione molto sensibile e capace di captare delle micro-onde molto deboli, emesse naturalmente proprio dall’atmosfera e dalla superficie terrestre. Queste misure servono in particolare per fare modelli indiretti del meteo di aree, come gli oceani, in cui non ci sono strumenti di rilevazioni attivi, quali le stazioni meteo.

Le conseguenze

La preoccupazione degli istituti di meteorologia si è fatta sentire. Per l’ente statunitense Noaa, National Oceanic and Atmospheric Administration, si rischia di perdere addirittura il 77% dei dati forniti dai sensori delle micro-onde dei satelliti polari. Le nostre previsioni meteo farebbero insomma un bel balzo indietro nel tempo, quanto a precisione. Come ha raccontato al Washington Post Neil Jakobs, direttore dell’ente, ci ritroveremmo con l’accuratezza delle previsioni che avevamo negli anni ’80. Un timore confermato da Eric Allaix, presidente della commissione dell’ente mondiale del meteo che si occupa proprio di radiocomunicazioni: “Non dovremmo correre il rischio di arretrare rispetto ai successi nella nostra capacità di allertare per eventi naturali particolari”.

Fare il bello e il cattivo tempo

Tuttavia, si sa, il 5G promette l’avvento di nuove reti di comunicazione, capaci di trasmettere un volume di dati maggiore, da impiegare nelle smart city, nel traffico, nella medicina, e ovviamente nel commercio. Per salvare capra e cavoli perciò si sono radunati a Sharm-el-Sheik esperti di radiocomunicazione e negoziatori da tutto il mondo. L’amministrazione Trump, che tiene parecchio al 5G, ha proposto un limite, molto basso, di -20 decibel watt di interferenza del 5G sui satelliti meteo, seminando ansia tra Noaa e Nasa. Dal canto loro gli europei e il World Meteorological Organization, spingevano per alzare l’asticella: -55 decibel watt. In questi giorni si è finalmente trovato l’accordo: -33 decibel watt, ma operativo solo dal 2027, cui seguirà una fase due in cui il limite crescerà a -39 decibel watt.

Via: Wired.it

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