Salute

Allergie, impariamo a gestirle bene anche a scuola

Andare ad una festa di compleanno o a casa di un amichetto al quale piacciono i peluche può essere più rischioso che attraversare a nuoto un fiume in piena per un bambino allergico. Le allergie alimentari, che colpiscono circa un bambino su venti e l’asma allergico, che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità interessa circa il 10% della popolazione pediatrica, sono infatti tra le cause principali di ricovero in pronto soccorso per i bambini in età scolare e la prima causa di assenza da scuola, con importanti ripercussioni fisiche e psicologiche per questi piccini che spesso si vedono negate, da genitori terrorizzati, attività del tutto normali per i coetanei.

Per aiutare i genitori ed i piccoli pazienti ad affrontare e gestire la convivenza con queste patologie è nata a Bologna circa dieci anni fa l’Associazione Asma allergia bimbi, attualmente affiliata a Federasma e allergie Onlus. “L’informazione ai pazienti e il dialogo con le Istituzioni al fine di migliorare le politiche sanitare sono il cuore dell’Associazione ma non basta. È la scuola il prossimo obiettivo”, ci ha detto Massimo Polacchini, presidente di Asma allergia bimbi. Proprio per sensibilizzare e raccogliere fondi a favore di progetti di formazione nelle scuole, l’Associazione ha promosso lo spettacolo teatrale “Abracadabra-Si respira la magia” andato in scena a Bologna il 28 settembre e che ha visto presenti anche il direttore generale del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna ed Giampaolo Ricci, responsabile del Reparto di Allergologia ed Immunologia pediatrica dello stesso ospedale.

Infatti, nonostante si stimi che, in Italia, circa un bambino su quattro sia allergico, non è prevista alcuna formazione specifica per gli insegnanti o gli altri operatori scolastici. “È importante sia un aspetto culturale generico, conoscere cosa sono le malattie allergiche e separarle dalle intolleranze – ci ha spiegato Ricci, impegnato insieme a Federasma nel promuovere progetti di formazione nelle scuole – sia insegnare la gestione dell’adrenalina auto-iniettabile, che ogni bambino con allergia alimentare severa si porta sempre dietro, e dello spray inalatorio. Perché la crisi anafilattica o l’attacco d’asma non avvengono quasi mai in presenza di un medico”.

Ecco allora che coinvolgere gli insegnanti diventa di fondamentale importanza soprattutto perché secondo la normativa vigente la somministrazione di farmaci in ambito scolastico, sia per la continuità terapeutica che per le emergenze, è possibile ma subordinata alla buona volontà del singolo insegnante che, a suo rischio e pericolo, se ne fa carico.

Stefania Cavazza

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