Un nuovo bersaglio contro l’ansia

ansia
(Credits: via Pixabay)
ansia
(Credits: via Pixabay)

La paura e l’ansia, lo sappiamo, sono nella nostra testa. E precisamente anche in una piccola zona che si trova nell’ipotalamo, un’area a forma di mandorla al centro del cervello, finora sconosciuta. Lo dimostra uno studio del Boston Children’s Hospital pubblicato su Molecular Psychiatry. I ricercatori Joseph Majzoub e Rong Zhang suggeriscono che colpire questi neuroni e non l’intero cervello potrebbe essere una strategia vincente nella lotta all’ansia.

Gli scienziati hanno identificato l’area coinvolta studiando l’effetto della soppressione dell’ormone di rilascio della corticotropina (CHR) sui neuroni dell’ipotalamo dei topi. L’ormone CHR è noto da molti anni per essere coinvolto nei disturbi dell’ansia e nello sviluppo di stati depressivi e paura. Esso controlla la quantità di corticotropina (detto anche ormone dello stress, poiché rilasciato come risposta a uno stress fisico o psichico) e una sua cattiva regolazione sarebbe alla base di diverse patologie psichiatriche.

La ricerca del Boston Children’s Hospital ha evidenziato che l’effetto della soppressione CHR non è però lo stesso su tutti i neuroni del cervello ma che solo agendo su quelli dell’ipotalamo si ottiene una forte riduzione dell’ansia e della paura. “Diversi farmaci psichiatrici, attualmente in sperimentazione, agiscono sulla regolazione del CHR sui neuroni di tutto il cervello ma si stanno rivelando poco efficaci probabilmente perché non hanno un effetto specifico sull’ipotalamo” dice Zhang.

Nello studio sui topi, i ricercatori di Boston hanno modificato gli animali per ottenere una soppressione del CHR in alcuni neuroni dell’ipotalamo. Questi animali si sono rivelati più coraggiosi e rilassati rispetto al gruppo di controllo, mostrando pochi segni di ansia e paura. Nell’esperimento della passerella, ad esempio, una sorta di prova di coraggio in cui gli animali sono costretti a muoversi su un percorso a forma di croce sospeso nell’aria e con uno solo dei bracci protetto da pareti laterali (come nell’immagine), quelli modificati si sono avventurati sul braccio senza pareti mentre quelli non modificati rimanevano nella zona protetta dalle pareti. Allo stesso modo, negli esperimenti su spazi aperti i topi modificati hanno esplorato quasi tutte le aree loro accessibili mentre gli altri rimanevano confinati in piccoli aree periferiche.

(Credits: Boston Children's Hospital)
(Credits: Boston Children’s Hospital)

Fig. Esperimento della passerella. Assi a croce sospesi in aria; un braccio è protetto da pareti laterali mentre l’ altro è senza pareti. A sinistra, il percorso dei topi del gruppo di controllo rimane confinato sul braccio protetto da pareti. A destra, il percorso del gruppo dei topi modificati (indicato con la sigla Sim1CrhKO) si estende anche alla zona del braccio senza pareti.

“Non sappiamo ancora qual è il meccanismo che regola la paura e l’ansia ma questi topi coraggiosi dimostrano che i neuroni dell’ipotalamo rivestono un ruolo di fondamentale importanza in questo meccanismo” afferma Joseph Majzoub. La ricerca del Boston Children’s Hospital apre nuovi scenari allo sviluppo di moderni farmaci psichiatrici e mostra come davvero le nostre paure e ansie siano profondamente radicate della nostra testa, nell’ipotalamo in particolare.

Riferimenti: Molecular Psychiatry

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here