Biodiversità, un’assicurazione di vita

La biodiversità degli ecosistemi marini del Mediterraneo è messa seriamente a rischio dalla pesca commerciale. L’allarme viene lanciato durante la conferenza del Wwf, in collaborazione con il Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), tenutasi oggi a Roma, a conclusione di un ciclo di incontri su “Il Valore della Biodiversità”. “La pesca incide nella totalità dell’ecosistema marino”, esordisce Sergi Tudela, coordinatore del Settore Pesca dell’Ufficio Mediterraneo del Wwf Internazionale. La pesca, impattando sull’ecosistema marino nella sua interezza, se condotta con mezzi quali le reti derivanti e le gabbie galleggianti, e sfruttando le risorse-preziose e difficilmente riproducibili-custodite nelle acque profonde, ne altera la struttura e il funzionamento. Queste modalità irrispettose di pesca, insieme alle politiche commerciali di tutti i paesi del bacino, dalla Croazia alla Turchia, e alla longa manus del Giappone, stanno causando il collasso dello stock di numerose specie. Tra questi è particolarmente preoccupante quello del tonno rosso, catturato dai paesi suddetti in quantità che da anni disattendono la quota massima fissata per ognuno di essi, superandola dalle due alle due volte e mezza. Messo, poi, all’ingrasso e congelato, diventa in gran parte sashimi per il mercato giapponese, il quale ha indirettamente beneficiato dei fondi comunitari stanziati negli ultimi cinque anni per la pesca del tonno, e che ora, a causa degli ingenti quantitavi immessi, rischia il collasso. La biomassa riproduttiva del tonno, in conseguenza di ciò, si è sensibilmente ridotta, e ciò spinge il Wwf a chiedere che i fondi non vengano ulteriormente stanziati a questo fine. E propone la riduzione dello sforzo di pesca, l’individuazione di zone di tutela biologica e la creazione di una “Autorità Mediterranea”, per un uso e uno sviluppo sostenibile di questo prezioso ecosistema. (i.l.c.)

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