Un buco nero supermassiccio divora una stella

buco nero
(Foto via Pixabay)

Cosa succede davvero quando un buco nero gigantesco risucchia un oggetto celeste, come una stella? Finora potevamo soltanto immaginarlo. Oggi invece, è possibile vederlo grazie ad una ricostruzione basata sulle osservazioni di un gruppo internazionale di astronomi. Il team è riuscito a rilevare “in diretta”, attraverso numerosi telescopi e satelliti, la distruzione di una stella che ha osato avvicinarsi troppo a un buco nero supermassiccio. La ricerca è pubblicata su The Astrophysical Journal.

Buchi neri protagonisti dell’astronomia

Dopo la prima foto di un buco nero nell’aprile scorso e la recente simulazione visiva ancora più dettagliata della Nasa, oggi arriva un altro inedito. È il 21 gennaio 2019 quando gli scienziati scoprono un evento eccezionale: una stella delle dimensioni del Sole che si è avvicinata troppo al campo gravitazionale di un buco nero supermassiccio a 375 milioni di anni luce da noi. La malcapitata è stata subito intercettata dal buco nero che l’ha letteralmente fatta a brandelli. Una parte dell’astro è stata lanciata nello spazio e un’altra parte risucchiata dal buco nero. Mentre avveniva questo, la materia della stella prima di cadervi dentro si surriscalda fino a milioni di gradi ed emette gas che va ad alimentare il disco di accrescimento del buco nero. Questo materiale emette un forte bagliore nei raggi X, rilevato da specifici strumenti. Qui la ricostruzione con l’animazione di ciò che è avvenuto.

La scoperta dell’evento

A scoprire l’evento rarissimo, che avviene per ogni galassia una volta ogni 10mila e fino a 100mila anni, è una rete di telescopi sparsa su tutto il globo, la All-Sky Automated Survey for Supernovae (ASAS-SN). La rete nasce per studiare esplosioni di supernove ma riesce a rilevare anche fenomeni rari come quello di oggi. La fortuna ha voluto che il satellite Tess della Nasa, lanciato lo scorso aprile 2018, stesse vagliando proprio quella regione di cielo. Tess ha così potuto osservare tutto l’evento per mesi, raccogliendo dati e immagini di ciò che è avvenuto prima che si raggiungesse il picco di luminosità, e per molto tempo dopo. Insieme a Tess, ad operare c’era il satellite Swift della Nasa, che rileva lampi gamma, e Xmm-Newton dell’Esa, che coglie i raggi X emessi nel processo di distruzione della stella. L’evento è individuato con la sigla ASASSN-19bt.

Tutta colpa del buco nero supermassiccio

“I primi dati di Tess ci consentono di osservare la luce in prossimità del buco nero”, ha spiegato Patrick Vallely, coautore dello studio, della Ohio State University, “molto più vicino di quanto siamo stati in grado di vedere prima”. Si tratta di una vista senza precedenti che permetterà di capire ancora meglio cosa avviene quando un oggetto celeste cade in un buco nero supermassiccio (si stima che ce ne sia uno quasi in ogni galassia). E l’evento di oggi presenta già delle caratteristiche uniche. Fra queste, l’andamento della temperatura, che scende molto più rapidamente di quanto osservato in fenomeni analoghi. Ma di una cosa, per ora, gli scienziati sono certi. Dalle osservazioni e dalla luminosità del materiale incandescente, non si tratta di un’esplosione di supernova ma di un buco nero che mangia una stella.

Riferimenti: The Astrophysical Journal

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here