Caldo estremo, come proteggere gli animali domestici e quelli selvatici

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(Foto: Ludemeula Fernandes on Unsplash)

Il caldo estremo di questi giorni mette alla prova un po’ tutti, uomini e animali. E il resto dell’estate si preannuncia dello stesso tenore: temperature cinque, sei gradi sopra la media. Che renderanno veramente roventi le prossime settimane, soprattutto per chi abita in città, e deve fare i conti con gli effetti delle isole di calore urbano e la mancanza di aree verdi dove trovare refrigerio. Come dicevamo, lo stesso vale per i nostri amici a quattro zampe, e per la fauna selvatica che coabita con noi le nostre giungle di cemento. Miracoli non se ne possono fare, ovviamente (avremmo dovuto pensarci prima di cambiare il clima del pianeta), ma il ministero della Salute, l’Enpa e altre associazioni dedicate alla protezione della fauna ci offrono diversi consigli per mitigare i patimenti e i pericoli che corrono gli animali, domestici e non, durante queste ondate di calore estivo.

Animali d’affezione

Per iniziare, partiamo dai nostri animali domestici, il cui benessere dipende più o meno interamente dalle nostre azioni. Come ricorda un rapporto del ministero della Salute, a differenza della nostra specie gli animali coperti di pelliccia, come cani e gatti, non possono fare affidamento sul sudore per la regolazione della loro temperatura corporea (i cani sudano dal palmo delle zampe, ma non aiuta particolarmente in caso di temperature estreme). Per controbilanciare gli effetti delle temperature elevate utilizzano invece principalmente meccanismi fisiologici, comportamentali (cercare una zona in ombra) e soprattutto la respirazione: aumentando il ritmo con cui inspirano ed espirano l’aria possono disperdere il calore dal cavo orale, aiutando a mantenere la temperatura interna del corpo in un range a loro congeniale (per i cani va dai 38,5 ai 39 gradi, per i gatti dai 38,5 ai 39,5).

In condizioni di temperature elevate, scarsa ventilazione e alta umidità, questi animali quindi sono più soggetti della nostra specie al rischio di un colpo di calore. I cani sono più esposti a questo pericolo rispetto ai gatti, ma tutti gli animali da compagnia possono essere vittima delle temperature se vengono abbandonati in un ambiente ristretto, chiuso e molto caldo. E le conseguenze, specie per individui anziani, fragili o obesi, possono essere gravi, provocando la morte anche in tempi relativamente brevi. Un rischio simile è quello che riguarda i colpi di sole. In questo caso non è tanto la temperatura in sé, quanto l’azione diretta dei raggi solari a risultare dannosa. È quindi più difficile che capiti in casa (a meno di animali che si addormentino al sole e si dimentichino di spostarsi), e riguarda principalmente animali come i cani, nel caso in cui un padrone poco attento alla loro salute li leghi al sole o li tenga in una zona circoscritta (come un recinto) priva di ombra. I sintomi sono simili a quelli del colpo di calore, e in questo caso anche la pelliccia è determina il rischio che corre un dato esemplare: le pellicce nere sono più esposte all’accumulo di calore, quelle bianche espongono al rischio di ustioni, soprattutto nella zona del muso, ma peggio di tutti va agli animali tosati, completamente privi della loro naturale protezione dai raggi del sole.

I consigli del ministero

Per iniziare, il documento del ministero della Salute elenca una serie di regole di buonsenso che aiutano a mantenere i nostri animali domestici al riparo dai rischi. Non lasciare quindi gli animali in auto, non importa se con i finestrini un po’ aperti o se l’auto è parcheggiata all’ombra, perché nelle giornate calde l’abitacolo può comunque riscaldarsi rapidamente. Non lasciare neanche gli animali legati in luoghi esposti alla luce solare diretta. Assicurarsi che abbiano sempre a disposizione acqua fresca, soprattutto dopo l’esercizio fisico. Evitare di portarli a spasso nelle ore più calde della giornata. Portali in spiaggia solo se sussistono condizioni favorevoli di ventilazione e ombra.

Per chi decide di partire con il proprio quattro zampe al seguito, il consiglio è di evitare di viaggiare nelle ore più calde, ricordando di portare sempre con se una ciotola, dell’acqua e un asciugamano per rinfrescare l’animale in caso di bisogno. Chi si trova alla guida dovrebbe cercare di guidare dolcemente, evitando scossoni o brusche accelerazioni che possono provocare il mal d’auto anche agli animali. E ricordarsi di pianificare soste frequenti, per permettere ai cani di sgranchirsi le gambe e fare i propri bisogni.


I gatti ci imitano, proprio come i cani


Altri pericoli dell’estate

Nei mesi caldi non è solo l’azione diretta del caldo a rappresentare un pericolo. Con le alte temperature ad esempio aumenta anche la capacità di replicazione dei batteri, e per questo motivo il ministero consiglia di non lasciare residui di cibo nelle ciotole, che potrebbero marcire velocemente e provocare intossicazioni negli animali. La stagione nasconde inoltre un’altra insidia: i forasacchi, un pericolo concreto e spesso non sufficientemente conosciuto. Cani e gatti che frequentano aree dove crescono graminacee come orzo o avena sono a rischio, perché queste spighe secche si infilano nel pelo e avanzano inesorabilmente verso la cute, perforandola e provocando ferite e infezioni che possono risultare anche molto gravi. Per questo motivo, i cani andrebbero spazzolati con cura al rientro dalle passeggiate, nei mesi in cui campi e giardini sono infestati di forasacchi, e bisognerebbe prestare la massima attenzione (anche nei gatti) a sintomi anomali come lo scuotimento della testa, starnuti ripetuti, o il fatto che l’animale si lecca con insistenza qualche parte del corpo, che potrebbero far sospettare la presenza di un forasacco, e giustificare una visita dal proprio veterinario di fiducia.

Un altro pericolo della bella stagione sono i parassiti, pulci, zecche e pappataci in testa. È bene controllare di frequente il mantello degli animali che passano del tempo l’esterno, per individuare prontamente qualunque parassita indesiderato. Ed effettuare regolarmente il trattamento con antiparassitari a scopo preventivo, visto che il morso di questi insetti può trasmettere a cani e gatti malattie pericolose come la rickettsiosi, l’ehrlichiosi, la leishmaniosi e la filariosi.

La fauna selvatica

Anche gli animali selvatici ovviamente patiscono gli effetti del caldo estremo che avvolge sempre più spesso la nostra penisola. A fine giugno, l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) ha lanciato l’allarme, chiedendo al governo lo stato di emergenza anche per quanto riguarda gli animali, in particolare sul fronte degli incendi. Sul piano individuale, Enpa suggerisce inoltre una serie di accortezze con cui possiamo aiutare la fauna selvatica sia in città, che in campagna. Per prima cosa, mettendo ciotole o bacinelle piene d’acqua fresca sui balconi e nei giardini, per aiutare gli animali, e in particolare gli uccelli, a trovare ristoro. All’interno del contenitore è meglio introdurre un peso (anche una semplice pietra) per evitare che uccelli più piccoli possano, nella foga del caldo, bagnarsi tanto da non riuscire ad uscire dalla ciotola. Chi ha un giardino può pensare di utilizzare contenitori d’acqua più profondi, per permettere anche ai micromammiferi (come i ricci) di dissetarsi. Chi abita in campagna dovrebbe invece mettere bacinelle o secchi d’acqua possibilmente lontano dalle abitazioni, per dare ristoro ai randagi e alla fauna selvatica, ricordando anche in questo caso di posizionare un piccolo peso al loro interno. Altra accortezza importante è quella di non tagliare o potare, se possibile, cespugli e zone di verde, per fornire ombra alla fauna selvatica, e garantire un posto adatto alla nidificazione agli uccelli, che in questo periodo (fino a fine luglio) sono intenti a covare le loro uova e accudire i piccoli all’interno dei nidi.

Via: Wired.it

Credits immagine: Ludemeula Fernandes on Unsplash