Salute

D’estate, scalzi o coi sandali per riscoprire il piacere di camminare

Camminare scalzi è oggi considerato un vezzo anticonformista (o masochista) ma in effetti potrebbe essere una scelta salutare. Per migliaia di anni l’essere umano ha camminato a piedi nudi, e le prime scarpe furono, circa 8mila anni fa, mocassini e sandali, calzature semplici e flessibili che seguono l’andamento del piede limitandosi a proteggerlo dalle asperità del suolo. Per arrivare alle scarpe più di oggi, con rialzi e suole che ammortizzano la camminata, si deve attendere la rivoluzione industriale, a partire dal XVIII secolo. Oggi ammortizzare le calzature è una scienza e anche una tecnologia ricercatissima da runner e sportivi di ogni sorta.

Ma non sempre avere scarpe super comode e che attutiscono i colpi sembra essere la scelta migliore. Oggi, infatti, uno studio coordinato dall’Università di Harvard, negli Stati Uniti, mostra che camminare scalzi, oltre ad aumentare la sensibilità tattile, potrebbe anche ridurre l’impatto della forza trasmessa alle articolazioni e dovuta agli urti elastici del piede sul terreno. Se si vuole ottenere un risultato simile senza togliersi le scarpe, l’ideale sono proprio i mocassini e i sandali, calzature minimali non ammortizzate. I risultati dello studio sono pubblicati su Nature.

A piedi nudi, per alcuni una scelta

Oggi camminare a piedi nudi è spesso un’abitudine o una scelta legata a una filosofia di vita. Tanto che questa pratica ha un nome specifico, barefooting o, in italiano, gimnopodismo. Nel nostro paese esistono dei gruppi, come il Club dei nati scalzi, fondato nel 1999, che amano stare a piedi nudi, in qualsiasi circostanza o almeno in alcuni contesti o periodi dell’anno. Come si legge sulla pagina del club, l’idea è che le scarpe, seppur utili in determinate circostanze, ci inducano a camminare in modo innaturale (se si pensa che per migliaia di anni l’essere umano è stato a piedi nudi). Senza dimenticare che attenuano le piacevoli sensazioni date dal contatto col terreno.

La camminata degli scalzi

In generale, quando si cammina con le scarpe la percezione tattile è ridotta. Ma quando stare a piedi nudi diventa un’abitudine costante, quando cioè i piedi diventano suole, si formano calli molto spessi, che in effetti proteggono da superfici poco confortevoli o scivolose. Oggi i ricercatori si sono chiesti se un forte ispessimento della pelle possa annullare i vantaggi apportati dal camminare scalzi solo occasionalmente, ad esempio a casa o in luoghi specifici (al mare, in piscina o altro). Per cercare di capirlo, gli autori hanno studiato la pianta del piede di 81 adulti provenienti dal Kenia occidentale e appartenenti alla popolazione indigena dei Kalenjin e di 22 volontari americani. Fra i partecipanti ci sono persone che camminano sempre scalze oppure che usano le scarpe in qualche occasione o ancora tutti i giorni.

I calli, una suola sensibile

I ricercatori hanno analizzato la sensibilità plantare insieme alla durezza e alla rigidità della pelle del piede. In particolare, hanno studiato la camminata e utilizzato stimoli sensoriali – vibrazioni sui piedi. Stesso trattamento per chi era abituato a camminare scalzo e per chi invece indossava sempre le scarpe. E’ risultato che la presenza di calli molto ispessiti non compromette la sensibilità dei nervi sulla pianta dei piedi e non incide sull’andatura. Al contrario, le scarpe moderne, se da un lato riducono il carico dovuto all’impatto, dall’altro, spiegano gli autori, aggravano gli effetti dell’impatto del piede sul terreno, sollecitando con più energia le articolazioni rispetto a quanto a piedi nudi. Con un effetto sconosciuto per la colonna vertebrale, che secondo gli scienziati merita di essere approfondito.

Con le scarpe abbiamo meno informazioni

Non è la prima volta che i vantaggi delle scarpe super ammortizzate vengono messi in discussione. Anni fa, per esempio, uno studio suggeriva che le scarpe molto ammortizzate e tecnologiche non aiutino chi fa sport. Le ragioni risiederebbero nel fatto che, in assenza di contatto del piede col suolo, diminuisce la quantità di informazioni inviate ai sistemi sensoriali che valutano anche l’assetto del nostro corpo nello spazio. Col rischio di maggiori infortuni.

Insomma, i risultati sembrano indicare che quando si può è meglio regalarsi una passeggiata a piedi nudi, anche per risvegliare uno dei sensi più trascurati, il tatto. O, in alternativa, optare per scarpe con con suole semplici e non troppo imbottite.

Riferimenti:

Foto di Lisylia via Pixabay

Viola Rita

Giornalista scientifica. Dopo la maturità classica e la laurea in Fisica, dal 2012 si occupa con grande interesse e a tempo pieno di divulgazione e comunicazione scientifica. A Galileo dal 2017, collabora con La Repubblica.it e Mente&Cervello. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico “Riccardo Tomassetti”.

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