QUARANTA GRADI. È questa la fatidica soglia, il limite da non valicare, insomma lo spartiacque tra il crudo e cotto, secondo una delle filosofie (ma dovremmo cominciare a chiamarla moda) più in voga in campo alimentare. È il crudismo, la dieta che consiste nel cibarsi esclusivamente – o quasi – di alimenti non cotti: frutta e verdura, ovviamente, ma anche legumi germogliati, cereali ammollati, noci e semi, latte non pastorizzato, formaggi fermentati. E – quando al crudismo non si accompagna la scelta vegana – anche carpacci di carne o sashimi di pesce. Senza farsi mancare i dolci, se è vero che nelle grandi città come Roma e Milano fioriscono pasticcerie, cioccolaterie e gelaterie crudiste con una certa frequenza. Così i “raw people” conquistano spazio e pubblico, con libri e siti di ricette, negozi di prelibatezze, ristoranti di tendenza, corsi di cucina e chef a domicilio.