C’è vita e una vasta biodiversità anche dove non ci si aspetterebbe che ci fosse: oggi a Chernobyl, dopo più di 30 anni dal disastro nucleare più grande della storia, nel 1986, c’è una fauna selvatica abbondante, con specie non attese. E questo anche nella cosiddetta Zona di esclusione di Chernobyl, che copre l’area dentro un raggio di circa 30 chilometri dalla centrale nucleare, approssimativamente 2.600 km quadrati. A mostrarlo è un gruppo di ricercatori dell’Università della Georgia ad Athens, negli Stati Uniti, che conferma i risultati di un loro precedente studio e aggiunge la presenza di nuove specie, finora non rintracciate in questa zona. Gli scienziati hanno fotografato 10 specie di mammiferi e 5 di uccelli. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista Food Webs.
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