Chi ha i denti più duri del mondo?

Nel regno animale, chi batte tutti per i denti più duri del mondo? Il primato, forse inaspettato, spetta ai chitoni, molluschi marini che da più di 400 milioni di anni vagano per i mari rosicchiando i residui di alghe incrostate sulle rocce con i loro denti metallici. I chitoni, che a volte possono raggiungere i venti anni di vita, sono facilmente identificabili grazie alla loro conchiglia dorsale ovale, costituita da otto piastre, e si spostano grazie a un grande piede muscoloso, che permette una salda presa sulle rocce. Ma sono i denti, formati di magnetite, il materiale più duro sintetizzabile da un organismo vivente, la caratteristica peculiare di questi molluschi.

Lyle Gorgon e il suo team alla Northwestern University di Evanston, Illinois, hanno esaminato i chitoni, per cercare di capire come essi riescano a sviluppare dei denti così duri. Gordon e i suoi colleghi si occupano infatti della realizzazione in laboratorio di materiali super resistenti, e capire come dei semplici molluschi possano riuscire a sintetizzare la magnetite, un ossido del ferro che spesso richiede condizioni estremamente alte di temperatura e pressione, potrebbe fornire preziose informazioni per future applicazioni.

I ricercatori hanno usato una sonda atomica per studiare i denti del Chaetopleura apiculata, un chitone delle dimensioni di un’unghia. La sonda è in grado di rimuovere gli atomi di un materiale uno alla volta, permettendo agli scienziati di individuarne con precisione le struttura chimica.

“Abbiamo scoperto che ci sono proteine e zuccheri sepolti nei denti e usati dagli animali per formare l’ossido di ferro” ha dichiarato Gordon. Nel gel acquoso al centro del dente, infatti, un’impalcatura di fibre di carboidrati lega insieme ioni positivi, che fissano le proteine che raccolgono il ferro, realizzando un modello dettagliato per la realizzazione del guscio di magnetite del dente.

Come si vede chiaramente nell’immagine, il chitone possiede centinaia di denti sulla sua lingua: i più vecchi si trovano sulla punta, mente i più recenti, all’interno della bocca, si spostano di poco verso l’esterno ogni pochi giorni.

Riferimenti: Nature doi: 10.1038/nature09686

Credits immagine: Lyle Gordon/Northwestern University

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