La maggior parte dei bambini con coronavirus ha sintomi lievi

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Generalmente, i bambini americani a cui è stata diagnosticata la Covid-19 presentano sintomi lievi. Anche se per ora sono stati registrati alcuni casi gravi e tre decessi. A sottolinearlo sono gli statunitensi Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) in un nuovo studio, il più ampio condotto finora suil’infanzia e il nuovo coronavirus. In particolare, spiegano gli esperti, i primi risultati evidenziano che i neonati e i bambini di sesso maschile possono avere un maggior rischio di infezioni e di sviluppare una malattia grave. Anche se gli esperti non sanno ancora spiegarne il motivo.

Bambini positivi al coronavirus

Esaminando circa 149mila persone positive al nuovo coronavirus negli Stati Uniti registrate tra il 12 febbraio e il 2 aprile scorso, i ricercatori hanno scoperto che i casi tra i bambini al di sotto dei 18 anni di età erano meno del 2%. Una bassa percentuale di bambini, che nel complesso hanno riportato una sintomatologia lieve o mancanza di sintomi. Sebbene i più piccoli abbiano, quindi, meno probabilità di sviluppare sintomi del nuovo coronavirus rispetto agli adulti, dalle analisi è emerso anche che in questa fascia d’età non è escluso che si possa sviluppare “una malattia respiratoria grave che può portare a un ricovero ospedaliero”, si legge nel nuovo rapporto. “L’allontanamento sociale e le misure preventive rimangono perciò importanti per tutte le fasce d’età, poiché i pazienti con una malattia meno grave e quelli asintomatici probabilmente svolgono un ruolo importante nella diffusione della malattia”.

Sintomi lievi

In particolare, dalle analisi è emerso che i sintomi, come tosse e febbre, non sono stati riportati così spesso nei più piccoli come negli adulti: solo il 73%dei bambini ha sviluppato febbre, tosse e respiro corto, mentre nello stesso arco di tempo il 93% degli adulti di età compresa tra 18 e 64 anni ha segnalato di avere sintomi più gravi. Dati, quindi, che confermano i precedenti risultati del Centro per il controllo e la prevenzione della malattie cinese, secondo cui il nuovo coronavirus in qualche modo, ancora sconosciuto, sembra risparmiare i più piccoli. Come vi avevamo raccontato, infatti, sebbene i bambini abbiano le stesse probabilità di contrarre il nuovo coronavirus degli adulti, la maggior parte di loro presentava sintomi lievi o erano asintomatici.

Neonati a maggior rischio

Dal nuovo rapporto, tuttavia, è emerso anche che alcuni bambini hanno sviluppato una malattia più grave, con 147 piccoli pazienti che hanno subito un ricovero ospedaliero, 5 dei quali in terapia intensiva e tre decessi. In tasso di ricovero dei bambini (20%), spiegano i ricercatori, è stato comunque più basso rispetto a quello raggiunto dagli adulti (31%). Ma, nella fascia di età pediatrica, inferiore ai 18, a essere ricoverati con maggior frequenza sono stati i neonati: dei 95 neonati positivi alla Covid-19, infatti. il 62% è stato ricoverato. “Sappiamo che le risposte immunitarie dei bambini si sviluppano nel tempo”, ha spiegato al Time Yvonne Maldonado, dell’American Academy of Pediatrics. “Nel primo anno di vita i bambini non hanno la stessa risposta immunitaria solida dei bambini più grandi e degli adulti”.

Così come i bambini di sesso maschile

Inoltre, un numero sempre crescente di ricerche suggerisce che il sesso maschile sia quello più colpito dal nuovo coronavirus. Recentemente, per esempio, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha riferito che alla fine di marzo, gli uomini hanno rappresentato circa il 70% dei decessi per Covid-19 in Europa. Mentre uno studio dell’Istituto superiore di sanità(Iss), che ha coinvolto oltre 25mila casi positivi al nuovo coronavirus, ha rilevato che i pazienti uomini hanno un tasso di mortalità più elevato delle donne.

Secondo alcuni esperti, questi dati potrebbero essere riconducibili al fatto che la popolazione maschile è più incline al fumo e a malattie preesistenti, come per esempio il diabete. Ma nel nuovo rapporto dei Cdc, è emerso che il 57% dei bambini e neonati affetti dalla Covid-19 erano maschi. “Ciò suggerisce che altri fattori biologici potrebbero influenzare questa differenza di suscettibilità tra i due sessi al nuovo coronavirus”, hanno concluso i ricercatori del nuovo rapporto.

Riferimenti: Wired.it

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Crediti immagine di copertina: StockSnap/Pixabay

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