Coronavirus sulle superfici, nuovi dati confermano: laviamoci le mani

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(Credits: Anton on Unsplash)

Guanti monouso e fiumi di disinfettanti. Durante la pandemia del nuovo coronavirus, una delle maggiori preoccupazioni, oltre a dover mantenere il distanziamento sociale, è stata quella di potersi infettare anche solo toccando le superfici contaminate dal virus. Come la busta della spesa o la maniglia di una porta. Sebbene, infatti, la principale modalità di trasmissione del nuovo coronavirus, come è stato più volte ribadito nel corso della pandemia, avviene tramite le goccioline di saliva che le persone infette emettono parlando, starnutendo e tossendo, più e più volte è stata evidenziata anche la possibilità che anche solo toccando le superfici contaminate si potesse contrarre il virus.

Quanto tempo sopravvive sulle diverse superfici

Ma, qual è realmente il rischio di essere contagiati semplicemente toccando una superficie contaminata? Solamente alcuni giorni fa, in combinazione con la riapertura delle attività commerciali e produttive, il ministero della Salute ha pubblicato una tabella nella quale si stimano i tempi di permanenza del coronavirus (o meglio di tracce di rna virale, che non significa quindi che il virus sia vitale e infettivo) su diverse superfici. Per esempio, si legge nella tabella, le particelle virali infettanti sono state rilevate fino a mezz’ora sulla carta da stampa, un giorno su tessuto e legno, due giorni sulle banconote e sul vetro e fino a quattro giorni sulla plastica e sulle mascherine chirurgiche (lo strato interno).

Inoltre, secondo un recente comunicato degli statunitensi Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) il contatto indiretto da una superficie contaminata, che gli esperti chiamano trasmissione di fomiti (per fomite si intende un oggetto che se esposto a microrganismi patogeni può trasferite una malattia infettiva a un nuovo ospite), rimane un rischio potenziale per la trasmissione della Covid-19. “Sulla base dei dati degli studi di laboratorio sul coronavirus e di ciò che sappiamo delle malattie respiratorie simili, potrebbe essere possibile che una persona possa contrarre la Covid-19 toccando una superficie o un oggetto contaminati, e successivamente toccandosi bocca, naso o occhi”, scrivono gli esperti dei Cdc. “Ma questo non è il modo principale in cui il virus si diffonde”.

Il contagio possibile

La risposta alla domanda iniziale, quindi, è sì (almeno in teoria) ed è proprio per questo motivo che è fondamentale lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone ed evitare di toccarsi il viso. “Quello che stanno dicendo è che le superfici, come le maniglie delle porte o i pulsanti dell’ascensore, non sono il principale motore della Covid-19”, ha spiegato al New York Times Erin Bromage, immunologo dell’Università del Massachusetts. “Ma è comunque una cattiva idea toccarsi il viso. Se qualcuno che è contagioso beve da un bicchiere e successivamente lo si tocca vicino al bordo, passandosi poi la stessa mano sugli occhi o sulla bocca, ci si può ammalare”.

Contagiarsi toccando una superficie contaminata richiede, infatti, una serie di eventi. “C’è una lunga catena di eventi che dovrebbero verificarsi affinché qualcuno si infetti attraverso il contatto con generi alimentari, posta, contenitori da asporto o altre superfici”, ha commentato al New York Times Julia Marcus, epidemiologa alla Harvard Medical School. “L’ultimo passo di questa catena è toccarsi gli occhi, il naso o la bocca con la mano contaminata. Ciò significa che il modo migliore per assicurarsi che la catena venga interrotta è lavarsi le mani”.

Sebbene molti esperimenti abbiano dimostrato che le particelle virali possano diffondersi sulle superfici, per essere contagiati queste devono sopravvivere abbastanza a lungo e in una dose sufficiente per essere infettive. Infatti, come suggerisce Eugene M. Chudnovsky della City University di New York, le superfici non sono un mezzo particolarmente efficace per la trasmissione virale. Con l’influenza, per esempio, sono necessarie milioni di copie del virus per infettare una persona attraverso il contatto tra una superficie e il naso, mentre ne bastano solo poche migliaia per infettare una persona quando il virus dell’influenza nell’aria entra direttamente nei polmoni.

La conclusione non cambia: dobbiamo lavarci le mani

La linea di fondo, quindi, è che il modo migliore per proteggerci dal coronavirus rimane quella del distanziamento sociale, il lavaggio frequente delle le mani e indossare mascherine. A tal proposito si è espresso anche Donato Greco, epidemiologo e consulente dell’Oms, secondo cui le regole imposte dal governo per la riapertura delle attività sono tutte inutili. “Le uniche misure efficaci anti-contagio sono, e restano, tre: il distanziamento sociale, l’uso delle mascherine e il lavaggio delle mani”, ha spiegato l’esperto in un’intervista rilasciata all’Adnkronos. Focalizzandosi poi sulle probabilità (davvero minime) di infettarsi toccando le superfici, Greco ha affermato che “Sars-Cov-2 è un virus a trasmissione respiratoria e infettarsi raccogliendo il virus da una superficie richiede una sequenza di improbabili, eccessive, sfortunatissime, rare combinazioni”.

Via: Wired.it

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Credits immagine di copertina: Anton on Unsplash

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