COVID-19, perché l’isolamento sociale serve a contenere il coronavirus

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(Credits: by Macau Photo Agency on Unsplash)

In rete e soprattutto sui social network sta circolando un grafico (pubblicato sulla rivista Emerging Infectious Diseases e condiviso dai Centers for Disease Control and Prevention statunitensi) che disegna l’andamento dell’epidemia di Covid-19 in due condizioni: senza misure di contenimento del contagio e con. Tenendo conto che si tratta di una rappresentazione grafica che non si basa sui numeri reali di questa epidemia ma su curve modello per il tipo di infezione, ecco che cosa ci dice.

(grafico: Fondazione Gimbe, tradotto e adattato da Fong et al, 2020; Eid Journal/Cdc)

Il grafico in sostanza mostra l’efficacia delle misure di isolamento sociale sul contenimento dell’epidemia. La curva arancione rappresenta il numero di contagi nel tempo che si avrebbero se il virus fosse lasciato libero di circolare, senza che prendessimo nessuna precauzione: Sars-Cov-2 si diffonderebbe molto velocemente contagiando in poco tempo un grandissimo numero di persone.

La curva azzurra, invece, rappresenta l’ipotetico andamento dell’epidemia in presenza di misure di contenimento dell’infezione, come quelle che sono state attuate a Wuhan e in parte anche qui in Italia. In queste condizioni l’epidemia rallenta: il numero di contagi si distribuisce su un arco di tempo più lungo e il picco epidemico rimane molto più basso rispetto alla condizione senza misure di contenimento.

La differenza, insomma, è notevole. E lo scenario della curva azzurra per gli esperti è senza dubbio più auspicabile. Ma perché prolungare l’epidemia sarebbe meglio? Non sarebbe più conveniente lasciarsela alle spalle prima? Non si rischia altrimenti di far ammalare più persone? Le risposte stanno tutte in quella linea rossa tratteggiata sul grafico, che indica la capacità di risposta dei sistemi sanitari nazionali e cioè la disponibilità di posti letto (soprattutto nelle terapie intensive, che in Italia sono circa 5mila) e di personale sanitario.

Non si tratta del numero assoluto dei contagi nell’arco di tutta l’epidemia, ma della loro distribuzione nel tempo. Se tantissime persone si ammalassero e avessero bisogno di assistenza medica contemporaneamente, il sistema sanitario non ce la farebbe ad assistere tutti (finirebbero i posti letto, non ci sarebbero operatori sufficienti a prendersi cura dei pazienti) e ci sarebbero potenzialmente più morti.

Attuando con buon senso e responsabilità le raccomandazioni di limitare per quanto possibile i contatti sociali, evitando soprattutto gli assembramenti, è possibile rallentare la diffusione del virus dando a chi inevitabilmente si ammalerà maggiori chance di essere curato al meglio.

Via: Wired.it

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Credits immagine: (Credits: by Macau Photo Agency on Unsplash)

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