Debole il sistema anti-tsunami

Centinaia di vittime per colpa delle mancate misure di allarme. Un anno e mezzo dopo il tremendo tsunami che travolse le coste dell’Oceano Indiano, provocando migliaia di vittime, è stata ancora l’assenza di qualsiasi segnale di allerta a favorire morte e distruzione. Testimoni diretti confermano di non aver udito alcun avvertimento dell’arrivo della pericolosa onda marina di lunedì scorso. Secondo le Nazioni Unite, dopo il precedente evento catastrofico, un efficiente sistema di rilevazione avrebbe dovuto essere pronto già dalla fine dello scorso anno. Per i responsabili del Centro di Meteorologia e Geofisica indonesiano ci sono stati invece problemi di comunicazione dovuti alla vicinanza dello tsunami rispetto al terremoto sottomarino. Infatti, normalmente occorre circa un’ora perché gli scienziati analizzino i dati del terremoto per prevederne l’effetto superficiale e inviare l’apposito segnale d’allarme. Stavolta sono passati invece solo una ventina di minuti tra i due eventi, rendendo così vana l’attivazione della rete di comunicazione. Inoltre, attualmente il segnale di allarme viene dato attraverso la rete telefonica pubblica, anziché attraverso una più affidabile rete privata. Secondo gli esperti indonesiani, bisogna potenziare ulteriormente il sistema di prevenzione, incrementando il numero delle centraline di rilevamento ed espandendo la rete di monitoraggio e comunicazione. Solo in tal modo, assicurano gli scienziati, si potranno ridurre i tempi di diffusione del pericolo fino a meno di cinque minuti, intervallo utile per consentire la messa in sicurezza della popolazione. (m.cap.)

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