Ambiente

Arriva il drone che impollina i fiori come le api


Piccoli robot potrebbero ronzare nei nostri cieli di qui a pochi anni, per aiutare le api e gli agricoltori a impollinare le coltivazioni. Sì, un po’ come nell’episodio Hated in the Nation di Black Mirror, sperando in conseguenze meno tragiche. La notizia questa volta arriva dal Giappone: un piccolo drone capace di impollinare artificialmente le piante senza danneggiarle. La ricerca, pubblicata dalla rivista Chem, è opera del team di ricerca di Eijiro Miyako, del National Institute of Advanced Industrial Science and Technology (Giappone), che ha sviluppato questi droni comandati a distanza e dimostrato che sono in grado di impollinare con successo esemplari di lilium giapponese. Con la speranza che in futuro possano lavorare fianco a fianco con veri insetti impollinatori.

La moria di api e di altri insetti – frutto dei cambiamenti climatici, del disboscamento, dell’inquinamento e dell’uso massiccio di pesticidi – è una realtà in atto ormai da diversi anni. E non è un fenomeno da poco se si pensa che la sopravvivenza del 90% delle piante selvatiche e di tre quarti delle coltivazioni umane dipende dalla capacità degli insetti di portare il polline di fiore in fiore.

Dunque quel che si rischia non è solo perdita di biodiversità – che già di per sé basterebbe – ma anche un impatto economico enorme.

Per questo gli scienziati si stanno ingegnando per trovare soluzioni con cui arginare il fenomeno. In questo contesto si colloca la ricerca del team giapponese di Eijiro Miyako che ha creato un drone largo 4 centimetri e del peso di 15 grammi in grado di essere guidato in volo da un fiore all’altro replicando in modo efficiente l’attività degli insetti impollinatori. Il piccolo robot, infatti, è stato rivestito di crine, soffici fibre di origine animale intrise di un particolare gel che facilita il trasferimento del polline dagli stami (gli organi maschili) di un fiore ai pistilli (gli organi femminili) di un altro. I ricercatori giapponesi hanno già portato a termine con successo alcuni test, verificando anche che l’impatto del drone sui fiori non ne danneggiasse le strutture.

Via: Wired.it

Mara Magistroni

Nata e cresciuta nella “terra di mezzo” tra la grande Milano e il Parco del Ticino, si definisce un’entusiasta ex-biologa alla ricerca della sua vera natura. Dopo il master in comunicazione della scienza presso la Sissa di Trieste, ha collaborato con Fondazione Telethon. Dal 2016 lavora come freelance.

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