Categorie: Vita

E’ di un cavallo il più antico genoma sequenziato

La storia, evolutivamente parlando, del cavallo, è ben più antica di quanto creduto finora. Uno studio pubblicato su Nature mostra infatti come il genere Equus (che comprende cavalli domestici, asini e zebre) si sia sviluppato da un progenitore vissuto circa quattro milioni di anni fa. Ovvero due milioni di anni prima di quanto creduto finora. A rendere possibile la ricostruzione della storia del lineage Equus è stato il sequenziamento del dna estratto da un frammento delle ossa della zampa di un equide risalente a circa 700 mila anni fa, rivenuto nello Yukon, in Canada. Si tratta del più antico sequenziamento genico completo di una specie mai effettuato.

Le analisi dei campioni genetici del cavallo sono state possibili soprattutto grazie alle condizioni di conservazione delle ossa, sepolte in un sito dove le bassissime temperature hanno rallentato il processo di degradazione del dna. Ma i ricercatori, spiega Nature News, hanno messo a punto anche particolari tecniche di purificazione del dna, puntando sulle porzioni più ricche di materiale genetico (come quelle intorno al collagene) e sfruttando differenti tecniche di sequenziamento genetico, che hanno permesso, a partire da diverse molecole, di rimettere insieme una bozza del quadro genetico completo dell’antico cavallo. Un lavoro lungo e faticoso, complicato anche dal mescolamento delle sequenze del cavallo con il dna batterico delle specie che nel tempo avevano colonizzato il campione, precisa Wired.com.

“Siamo stati capaci di abbattere la barriera del tempo”, commenta Ludovic Orlando della University of Copenhagen, a capo dello studio: “tutto d’un tratto, si può avere accesso a più specie estinte di quelle che avremmo mai potuto sognare di sequenziare prima d’ora”. Il perfezionamento della tecnica, spiegano infatti i ricercatori, permetterà di compiere studi più completi circa l’evoluzione delle specie, compresa quella umana. Gli scienziati hanno inoltre trovato tracce anche di alcune proteine nei resti del cavallo dello Yukon, grazie ai quali sono riusciti a ricostruire la sequenza peptica di alcune di esse.

Oltre all’antico equide (risalente a un periodo compreso tra i 560,000 e 780,000 anni fa) però i ricercatori hanno sequenziato il genoma di un cavallo vecchio di circa 40 mila anni, di cinque razze moderne, di un asino e del cavallo di Przewalski, una specie diffusa nella Mongolia e considerato l’unico cavallo selvaggio vivente.  In questo modo gli scienziati sono riusciti a risalire all’origine degli equidi esistenti e anche a tracciarne un percorso evolutivo, scoprendo, per esempio, che il cavallo di Przewalski si è separato dagli attuali cavalli domestici circa 50 mila anni fa e che può a ragione considerarsi l’ultima specie di cavallo selvaggio esistente, bisognosa di opportuni sforzi di conservazione.

Via: Wired.it

Credits immagine: Ludovic Orlando via University of Copenhagen

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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