Categorie: Salute

Ecco il superpomodoro

Se poteste scegliere, preferireste mangiare 2,5 kg di tofu (in una sola seduta) oppure mangiare un solo pomodoro, e ottenere gli stessi identici benefici salutari? Sì, anche noi sceglieremmo il pomodoro, soprattutto da quanto un gruppo di scienziati del John Innes Centre di Norwich ha trovato il modo di inserire grandi quantità di composti organici naturali salutari all’interno dei pomodori da loro cresciuti.

Ma di quali componenti stiamo parlando? Dei fenilpropanoidi, composti organici sintetizzati dalle piante. Tra questi si trova ad esempio il famoso resveratrolo, presente nella buccia degli acini d’uva e solitamente trovato nel vino, in grado, secondo alcuni studi, di allungare la durata della vita, e la genisteina, contenuta nei semi di soia e in altre piante alimentari, che aiuterebbe a prevenire alcuni tipi di tumori, in particolare quello al seno.

Secondo il team, un solo pomodoro ottenuto dalla ricerca conterrebbe la stessa quantità di resveratrolo presente in 50 bottiglie di vino rosso, e l’equivalente di genisteina contenuta in 2,5 kg di tofu. In che modo? Grazie principalmente all’azione di una proteina chiamata AtMYB12, trovata nell’arabetta comune (Arabidopsis thaliana), una pianta spesso usata come modello nelle ricerche scientifiche.

La proteina AtMYB12 è in grado di attivare un gran numero di geni coinvolti nella produzione di composti naturali utili per lo sviluppo della pianta, un po’ come un rubinetto in grado di diminuire o aumentare la produzione in base alla necessità. Gli scienziati hanno scoperto che, una volta inserita nelle piante di pomodoro, questa proteina aumentava la quantità di fenilpropanoidi prodotti e, allo stesso tempo, incrementava anche la quantità di energia e carbonio utilizzata dalla pianta, massimizzandone la produzione.

Ma perché i ricercatori hanno scelto proprio i pomodori? Principalmente perché si tratta di un ortaggio facilmente coltivabile in grandi quantità (500 tonnellate all’ettaro nelle regioni con produzione più alta) e che necessita poca attenzione: sarebbe di fatto assai più rapido e allo stesso tempo economico ottenere i fenilpropanoidi tramite i pomodori che produrne una quantità equivalente artificialmente in laboratorio o estraendoli in piccole quantità dalle piante che li producono naturalmente, come l’uva e la soia.

“Le piante medicinali sono spesso difficili da gestire e necessitano di lunghi tempi di crescita se si vogliono ottenere i composti desiderati,” ha spiegato Yang Zhang, autore principale dello studio “La nostra ricerca mostra un metodo fantastico per produrre velocemente questi composti organici. Essi possono in seguito essere purificati direttamente dal succo di pomodoro. Crediamo che questo modello sia applicabile anche ad altri composti, come ad esempio i terpeni e gli alcaloidi, che costituiscono i gruppi principali di composti estratti dalle piante.”

Riferimenti: Nature Communications doi: 10.1038/ncomms9635

Credits immagine: Mikko Miettinen/Flickr CC

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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  • Produzione di pomodori per ettaro sbagliata di un fattore 10.
    100-120 t/ha in campo aperto sono rese che pochi produttori riescono a raggiungere

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