Nonostante sia nostra vicina di casa, le sue origini ci sono ancora quasi del tutto sconosciute: stiamo parlando della Luna, la cui formazione rimane, per gli scienziati, ancora un mistero. Ma un nuovo studio, pubblicato su Science, e basato su una serie di misure di alcuni isotopi dell’ossigeno, sembra supportare ulteriormente la cosiddetta ipotesi dell’impatto gigante, secondo la quale il nostro satellite si sarebbe formato dalla collisione della Terra con un altro corpo celeste, chiamato Theia, delle dimensioni di un pianeta, circa 4,5 miliardi di anni fa.
Poiché le proporzioni tra diversi isotopi di elementi come l’ossigeno, il titanio e il silicio solitamente variano all’interno del sistema solare, gli scienziati hanno misurato questi rapporti per la Luna, ma i valori trovati fino a oggi erano troppo simili a quelli della Terra e sembravano contrastare i modelli teorici che suggerivano che la maggior parte della Luna si fosse formata da materiali provenienti da Theia, la cui composizione dovrebbe essere completamente diversa da quella della Terra.
Il team di scienziati, guidato da Daniel Herwarts, ha usato tecniche completamente nuove, tra cui una particolare spettrografia di massa, per confrontare le proporzioni degli isotopi 16 e 17 dell’ossigeno in campioni provenienti dalla Luna con gli stessi rapporti misurati sulla Terra. Inizialmente i ricercatori hanno utilizzato campioni arrivati sulla Terra tramite meteoriti, per poi passare a quelli recuperati durante le missioni Apollo 11, 12 e 16, che contenevano livelli più significativi delle loro controparti terrestri (la differenza misurata è di 12 parti per milione).
“Le differenze non sono grandi e sono difficili da individuare, ma ci sono”, ha commentato Herwarts. “Questo può voler dire due cose: innanzitutto possiamo affermare ragionevolmente che l’impatto gigante è avvenuto. In secondo luogo, ci dà un’idea della geochimica di Theia, che sembra essere stata simile a quelli che chiamiamo condriti di tipo E, un rarissimo tipo di meteorite. Se questo è vero, possiamo quindi prevedere la composizione geochimica ed isotopica della Luna. Il passo successivo è capire quanto di Theia sia effettivamente ‘finito’ nella Luna”. Secondo i ricercatori, infatti, i nuovi dati sembrano suggerire che il satellite sarebbe composto di materiali provenienti da Theia solo per il 50% circa.
Riferimenti: Science doi:10.1126/science.1251117
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