I neuroni che aiutano a dimenticare i ricordi traumatici

Le malattie e i disturbi causati dal ricordo di eventi traumatici, come ad esempio ansia, fobie e disturbo post-traumatico da stress, hanno un impatto notevole sulla vita quotidiana di chi ne soffre, soprattutto perché ancora non si sa molto su come queste memorie sono conservate nel cervello e come possono essere attenuate. Eppure, il modo migliore di sconfiggere queste paure potrebbe consistere nell’affrontarle: lo sostiene un gruppo di ricercatori in uno studio pubblicato su Science, che aggiungono che questi risultati potrebbero aiutare a sviluppare terapie più efficaci per queste patologie.

“I dati ottenuti mostrano, per la prima volta, il processo che sta alla base della rimozione di ricordi traumatici”, ha spiegato Johannes Gräff, co-autore del paper. Durante la ricerca, il team ha studiato in particolare come riuscire ad attenuare i ricordi di eventi traumatici. Nell’esperimento, dei topi venivano collocati in una scatola e ricevevano di conseguenza una leggera scossa alle zampe. Questo ricordo veniva quindi etichettato, marcando con una proteina fosforescente il gruppo di neuroni dove la memoria si era formata, situato nel giro dentato, una parte dell’ippocampo già in passato collegata a ricordi e paura. Dopo un mese, gli scienziati hanno cercato di rimpiazzare questo ricordo con un’esperienza non traumatica, collocando gli animali nella scatola ripetute volte senza che essi ricevessero in questo caso una scossa.

Dai dati ottenuti è emerso che, sorprendentemente, alcuni di questi neuroni venivano ancora attivati anche quando l’essere messi nella scatola non provocava più paura nei topi. In particolare, meno gli animali erano spaventati, più i neuroni venivano attivati. Secondo i ricercatori, questo sarebbe un chiaro segnale del fatto che gli stessi neuroni sarebbero responsabili sia della conservazione di ricordi di eventi traumatici sia della loro soppressione.

Il team ha successivamente artificialmente ridotto l’eccitabilità di questi neuroni – e ha osservato che questo comportava una minore riduzione della paura. In pratica, più queste cellule nervose erano attive e maggiore era il recupero: incrementandone l’attivazione, infatti, l’attenuazione del trauma era più rapida ed efficace.

Riferimenti: Science

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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