Ambiente

Perché le nonne sono così importanti per gli elefanti

Tra gli elefanti dell’Asia (Elephas maximus) le nonne giocano un ruolo determinante: aumentano infatti la sopravvivenza dei giovani maschi e la fecondità delle femmine. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori dell’Università di Turku, in Finlandia, in uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports.

Gli scienziati hanno preso in esame gli elefanti della Birmania, sfruttando il più grande registro al mondo sugli elefanti asiatici, che documenta le condizioni di questi animali (utilizzati in Birmania per l’estrazione del legname) nell’arco di un secolo. Analizzando i dati sulla mortalità degli elefanti e della loro prole, hanno così osservato una forte influenza delle femmine anziane sulle condizioni del branco.

“Abbiamo scoperto che i piccoli di elefante nati da femmine non più vecchie di vent’anni hanno un rischio di mortalità ridotto fino a otto volte se le nonne vivono nello stesso ambiente”, spiega Mirkka Lahdenperä, a capo della ricerca. “Lo stesso non si può dire, invece, se le nonne non sono presenti nel corso della vita dei nipoti”.

La presenza delle nonne – fanno sapere i ricercatori – accorcia inoltre l’intervallo tra un accoppiamento e l’altro nelle giovani femmine che non hanno ancora esperienza nella cura dei cuccioli, aumentando quindi la loro capacità di concepire nuova prole. Anche in questo caso il ruolo delle nonne dipende dalla loro vicinanza alle proprie nipoti, cioè dalla loro effettiva presenza all’interno della famiglia. L’età della nonna inoltre non è importante: femmine anziane che hanno avuto cuccioli da poco hanno lo stesso effetto sulla sopravvivenza dei nipoti di quelle che hanno ormai smesso di riprodursi da tempo. Ciò che conta sembra essere solo l’esperienza, visto che le femmine anziane che hanno allevato più figli in passato sono quelle che aumentano maggiormente la sopravvivenza dei nipoti.

“Le nonne potrebbero essere davvero importanti per il successo riproduttivo delle loro nipoti sessualmente inesperte” aggiunge Virpi Lummaa, un altro autore della ricerca, azzardando un paragone con gli esseri umani. “Invece le nipoti più mature dovrebbero avere già abbastanza esperienza da non richiedere più l’aiuto delle nonne o delle loro madri”.

I risultati della ricerca, assicurano i ricercatori, non hanno solamente un’importanza teorica, ma potrebbero trovare applicazione diretta negli zoo, per preservare le specie di elefante a rischio di estinzione. “I nostri risultati dimostrano che il ruolo delle nonne di elefante va preso in seria considerazione nei piani di salvaguardia delle specie”, commenta Lahdenperä. “Purtroppo negli zoo i gruppi multi-generazionali sono assai rari, anche perché gli animali sono continuamente trasferiti da uno zoo all’altro”.

È anche per questo dunque che negli zoo la mortalità degli elefanti arriva anche al 50% nel primo anno di età, e ad aggravare la situazione c’è il fatto che il tasso di riproduzione è molto scarso. Il problema andrebbe quindi risolto mantenendo il più possibile, nelle strutture gestite dall’uomo, le condizioni sociali esistenti allo stato selvatico.

Anche in natura poi gli elefanti non se la passano troppo bene, soprattutto a causa del bracconaggio. Nelle ultime generazioni il numero di elefanti dell’Asia si è dimezzato, e oggi, anche nelle stime più ottimistiche, non supera i 52500 individui. Quindi, sottolineano i ricercatori finlandesi, un’altra carta da giocare nella salvaguardia della specie potrebbe essere quella di proteggere in particolare le nonne, considerando il ruolo chiave che giocano nella sopravvivenza dei branchi di elefanti selvatici.

Riferimenti: Scientific Reports Doi:10.1038/srep27213

 

Flavio Alunni

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