Il primo segnale radio da un esopianeta?

esopianeta
(Foto: Jack Madden/Cornell University)

La caccia a nuovi mondi continua senza sosta. E ora, sembrerebbe proprio che un team di astronomi internazionale, coordinato dalla Cornell University, sia riuscito a identificare un segnale radio proveniente da un esopianeta, nella costellazione di Boötis. Un debole e prezioso segnale che, se sarà confermato da osservazioni future, potrebbe diventare la prima emissione radio catturata da un pianeta al di fuori del nostro Sistema solare. “L’osservazione dell’emissione radio è il metodo più promettente per rilevare i campi magnetici esoplanetari”, spiega l’astronomo e primo autore dello studio Jake Turner. “Conoscerli ci permetterà di avere informazioni preziose sulla struttura interna del pianeta, sulla sua atmosfera e sull’abitabilità”. La ricerca è stata appena pubblicata sulla rivista Astronomy & Astrophysics.


L’esopianeta più veloce, orbita intorno alla sua stella in sole 18 ore


Attualmente, ricordiamo, ci sono diversi modi per trovare gli esopianeti: tra questi, per esempio, c’è il metodo del transito, che si basa sulle variazioni di luminosità della stella quando il corpo celeste passa tra questa e la Terra. Tuttavia, recentemente gli astronomi sono riusciti a mettere a punto un nuovo metodo per trovare esopianeti attraverso le emissioni radio. Quando il vento stellare, composto da particelle cariche provenienti dalla una stella, colpisce il campo magnetico di un pianeta, il suo cambiamento di velocità può essere rilevato con significative variazioni delle emissioni radio. Due anni fa, infatti, lo stesso team di ricerca aveva esaminato la firma delle emissioni radio di Giove e ridimensionato quei segnali nel tentativo di imitare le possibili firme di un lontano esopianeta simile, appunto, a Giove.

Nel nuovo studio, quindi, il team di Turner si è servito di questa nuova tecnica, utilizzando il radiotelescopio Lofar (Low Frequency Array) nei Paesi Bassi per esaminare tre sistemi di esopianeti già conosciuti: 55 Cancri, Upsilon Andromedae e Tau Boötis. Solo Tau Boötis, un sistema composto da una stella binaria e un esopianeta (un gioviano caldo, ossia un pianeta gigante che orbita vicinissimo alla sua stella) a 51 anni luce di distanza, ha mostrato significative emissioni radio, compatibili con la firma di Giove studiata in precedenza. “Crediamo in un’emissione da parte del pianeta stesso”, spiega l’autore. “Il campo magnetico degli esopianeti può contribuire alla loro possibile abitabilità”, ha spiegato Turner, “schermando la propria atmosfera dal vento solare e dai raggi cosmici e proteggendo, quindi, il pianeta dalla perdita di atmosfera”.

Il segnale che hanno rilevato, tuttavia, è molto debole e dovrà ancora essere confermato anche da altri telescopi a bassa frequenza prima che i ricercatori possano dimostrare la vera origine delle emissioni radio. “Non possiamo escludere i brillamenti stellari come fonte delle emissioni”, spiegano i ricercatori. “Rimangono, quindi, alcune incertezze sul fatto che il segnale radio rilevato provenga dal pianeta. La necessità di osservazioni di follow-up sarà fondamentale”. Se la scoperta sarà confermata, i rilevamenti di emissioni radio da esopianeti apriranno un nuovo entusiasmante campo di ricerca, fornendoci un nuovo modo per osservare sempre più lontano, e andare a caccia di mondi che sono distanti decine di anni luce da noi.

Via: Wired.it

Credits immagine: Jack Madden/Cornell University