Genio maleducato

    Paolo Mazzarello
    Il Nobel dimenticato. La vita e la scienza di Camillo Golgi
    Bollati Boringhieri 2006, pp.660, euro 40,00

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    Difficile tirare un filo nella complessa trama della vita di Camillo Golgi. Premio Nobel per la scoperta di una potentissima tecnica di colorazione dei tessuti, neuroscienziato di fama mondiale, scopritore di alcuni elementi fondamentali dell’infezione da malaria, senatore del Regno d’Italia per più di due decenni. Una vita ricca, senza dubbio, anche se oggi il suo nome non è certo noto presso il grande pubblico. Sulle riviste scientifiche, è citatissimo per una delle sue scoperte, l’apparato di Golgi (organello dentro la cellula, che si occupa di preparare per l’uso le molecole prodotte dalla cellula stessa), ma non è certo ricordato per la sua grande innovazione, la “reazione nera”: un metodo di colorazione a base di sali d’argento che reagisce solo con alcune molecole presenti nel sistema nervoso, e tinteggia selettivamente solo i neuroni e i loro prolungamenti.

    In questo modo, dal 1873 (anno della scoperta) si sono potute osservare al microscopio le intricate strutture nascoste del sistema nervoso, fino ad allora un intrico confuso in cui era praticamente impossibile distinguere qualcosa. Il Nobel del 1906 arrivò proprio per questa scoperta, e fu condiviso con lo spagnolo Santiago Ramon y Cajal, con cui Golgi ebbe una polemica scientifica molto forte nei decenni precedenti. Ramon y Cajal sosteneva infatti, a ragione, che i neuroni fossero entità discrete, separate tra loro. Gogli pensava invece a una rete nervosa unica, interconnessa non solo funzionalmente ma anche fisicamente. Uno scontro tra una posizione riduzionista (quella dello spagnolo) e una olista (quella di Golgi), che si protrasse per molto tempo e ebbe il suo culmine proprio alla cerimonia per il conferimento del premio Nobel.

    Golgi, con un guizzo contrario a qualsiasi norma di eleganza, trasformò la sua lezione Nobel in un attacco durissimo contro le teorie del collega premiato con lui, di fatto mostrando poco rispetto anche per la stessa Accademia delle Scienze svedese. Fu questo probabilmente a segnare l’inizio del declino del mito di Golgi, secondo Paolo Mazzarello.

    Golgi fino ad allora era infatti un personaggio centrale della scena scientifica internazionale: aveva compiuto scoperte decisive sul ciclo della malaria (mettendo in relazione il ciclo del plasmodio con le febbri periodiche tipiche della malattia, e distinguendo le diverse manifestazioni malariche legate alle diverse specie di parassita), e le grandi capacità sperimentali lo condussero a scoprire numerose strutture microscopiche del sistema nervoso e della struttura cellulare.

    Questa corposa e profonda biografia ripercorre ogni tappa della vita scientifica e personale di Golgi, senza tralasciare praticamente nulla. Ogni ambiente con cui Golgi venne a contatto viene ricostruito nel dettaglio, ogni personaggio caratterizzato e contestualizzato. Sulla base di una bibliografia vastissima, che comprende tutto l’armamentario a disposizione dello storico (testi editi, archivi, interviste), la lettura del libro si rivela non solo la biografia di uno scienziato, ma la narrazione a tutto tondo di un periodo fondamentale per lo sviluppo culturale del Novecento.

     

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