I fossili inchiodano Homo Sapiens

Non fu il cambiamento climatico, ma l’arrivo di Homo Sapiens la causa principale dell’estinzione dei grandi animali preistorici in Australia. Queste la teoria di un’équipe di paleontologi del Western Australian Museum, guidata da Gavin Prideaux. Lo studio, apparso su Nature di questa settimana potrebbe chiudere un annoso dibattito, che ruota intorno alla domanda: chi ha ucciso la megafauna nel quinto continente?

La risposta arriva grazie a un eccezionale ritrovamento fossile nel deserto di Nullarbor, nel centro-sud dell’Australia, di 69 specie di vertebrati preistorici, datati tra gli 800.000 e 200.000 anni fa. Gli esami condotti da Prideaux sui denti dei canguri dimostrano che questi grandi animali vivevano in un clima secco e arido e avevano abitudini alimentari vegetariane. In altre parole, mezzo milione di anni fa il clima dell’area era simile a quello odierno.

Scagionato il clima, si rafforza la tesi antropica. La comparsa dell’Homo sapiens collima infatti con l’estinzione dei grandi animali preistorici, avvenuta all’incirca 45.000 anni fa. Potrebbero quindi essere state le attività di caccia e l’uso del fuoco a distruggere l’equilibrio ecologico. L’Australia ha perso il 90 per cento della sua megafauna nei 20 mila anni successivi all’arrivo dell’uomo. Potrebbe tuttavia essersi trattato di un concorso di colpe:  gli animali preistorici, già stressati dai cambiamenti climatici e pertanto più vulnerabili, ricevettero dall’uomo il colpo di grazia. (d.r.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here