I rifiuti soffocano Napoli. Ancora

Napoli soffoca sotto tonnellate di rifiuti. Ancora? La domanda nasce spontanea all’indomani dell’ascesa del nuovo sindaco, Luigi De Magistris. Eppure per comprendere le ragioni dell’ennesima crisi napoletana, bisognerebbe andare oltre la cronaca giornaliera. La gestione del ciclo dei rifiuti è infatti da anni monopolizzata dalla malavita (vedi Galileo) e strumentalizzata dalla politica.

Oggi la storia si ripete. Giorni fa, il neo eletto sindaco aveva promesso di ripulire la città in cinque giorni, ma qualcosa è andato storto. Il decreto legge che avrebbe dovuto autorizzare lo sversamento della monnezza fuori provincia non è stato varato, impedendo l’avvio del piano che la nuova giunta comunale ha redatto. Per consentire l’inversione di marcia di anni di mala gestione, Palazzo San Giacomo aveva avviato degli accordi per spedire fuori dalla Campania cospicue tonnellate d’immondizia, ma il Governo non è intervenuto con un provvedimento ad hoc. De Magistris ha gridato al sabotaggio, denunciando la mancanza di cooperazione interistituzionale.

Intanto la prima delibera dell’amministrazione parla chiaro: la corretta gestione del ciclo dei rifiuti costituisce uno dei principali impegni programmatici dell’amministrazione e richiede l’assunzione di provvedimenti organici finalizzati alla prevenzione e riduzione, alla differenziazione e al massimo recupero di materia dai rifiuti. Il testo svela l’inottemperanza di anni rispetto a una linea “rifiuti zero”, che per quanto decantata, non è stata mai concretizzata. Stop agli inceneritori, via a isole ecologiche, al potenziamento della raccolta porta a porta, e al riciclo. Ma per poter ripartire, Napoli ha bisogno di azzerare vent’anni di gestione criminale. In assenza del decreto di governo, De Magistris ha emanato un’ordinanza nei confronti dell’Asìa (addetta alla raccolta dei rifiuti nel capoluogo campano), affinché provveda alla raccolta dei rifiuti giacenti sulle strade senza soluzione di continuità, effettuando turni di raccolta e turni di trasferimento nei siti messi a disposizione che coprano l’intero arco della giornata, e a istituire un servizio straordinario per consentire ai cittadini il conferimento dei rifiuti differenziati, secondo un preciso calendario. Per di più dispone il rafforzamento dei controlli da parte della Polizia Municipale, vieta ai commercianti di stanziare ingombranti sulla strada, di fare uso di bottiglie di plastica e di altri materiali inquinanti.

Nel frattempo i comitati civici non restano a guardare. “Andremo a Roma perché oltre al decreto, vogliamo la cancellazione del Cip6, e il trattamento a freddo dei rifiuti. Siamo stanchi di vedere la nostra terra distrutta da discariche ed inceneritori”, ribattono. Nelle stesse concitatissime ore, il vice-sindaco di Napoli, Tommaso Sodano (guarda video), ha parlato ai cittadini per spiegare a gran voce quello che sta accadendo. Un modus operandi innovativo, che, come più volte ribadito, segna il confine con il passato. Già nei giorni antecedenti l’assemblea, Sodano aveva incontrato i rappresentanti di diverse associazioni ambientaliste di Napoli e provincia: le Mamme Vulcaniche di Terzigno, i Cittadini Campani per un Piano Alternativo dei Rifiuti, i movimenti antidiscarica di Scampia e Chiaiano, per discutere degli interessi che la malavita vanta sugli appalti e la costruzione dell’inceneritore di Napoli est.

Dal Co.Re. ri (Coordinamento regionale rifiuti), al contrario, si elevano voci contrastanti: “È inaccettabile che per le convocazioni si ricorra al passaparola, agli sms o addirittura a Facebook, senza che vi sia la strutturazione di organismi di partecipazione che consentano il riconoscimento formale della cittadinanza attiva nell’assunzione delle decisioni più che nella loro successiva approvazione. Come CO.RE.ri. ribadiamo che nessun sostanziale cambiamento, sul tema della partecipazione, potrà avverarsi nella città di Napoli se i cittadini non saranno messi realmente nelle condizioni di partecipare ai processi decisionali che toccano nel vivo i loro diritti. Auspichiamo che al più presto si possa discutere in assemblea pubblica con contraddittorio del piano complessivo di gestione dei rifiuti e non di singole delibere”, hanno sentenziato.

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