Il batterio killer può diffondersi anche da persona a persona

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha confermato che il batterio enteroemorragico E. coli (Ehec) può trasmettersi da persona a persona, attraverso le feci o per via orale. E’ successo in almeno un caso: una delle persone che ha contratto l’infezione finora non è stata direttamente in Germania, ma è stata a contatto con un’altra persona, che proveniva da quella zona. “Questo tipo di trasmissione ci preoccupa e per questo è importante che vengano diffusi messaggi sull’importanza dell’igiene personale”, ha dichiarato Andrea Ellis, epidemiologa dell’Oms in una conferenza stampa oggi pomeriggio. In più, il fatto che le vittime siano in maggioranza donne fa pensare che il batterio si nasconda in un alimento preferito dalla popolazione femminile, “perché nulla fino a questo momento ci fa pensare che il batterio possa colpire l’organismo femminile più di quello maschile”. Molte ipotesi e poche certezze quindi, se non quella di lavarsi spesso le mani e di lavare accuratamente frutta e verdura.

Intanto l’ultimo aggiornamento sull’epidemia parla di 552 casi di Sindrome emolitica uremica (Seu), la complicazione più severa dell’infezione, di cui 12 fatali, e 1271 casi di infezione da Ehec, di cui 6 fatali, per un totale di 18 morti su 1823 pazienti infetti. “Tutti i casi segnalati fino a questo momento sono in relazione al nord della Germania per cui pensiamo che l’esposizione a questo batterio sia stata limitata a questa area”, ha dichiarato ancora l’esperta.

Come dichiarato ieri dalla stessa Oms, il ceppo incriminato è la variante Stec 0104:H4 individuata sporadicamente nell’essere umano in passato, ma mai finora associata a epidemie. Se ne sa molto poco, quindi, anche se diversi laboratori stanno procedendo in queste ore a decodificarne il genoma. In questo modo gli scienziati sperano di capire perché il batterio è così spietato: “ci ha stupito osservare effetti così severi negli adulti”, ha spiegato Ellis. “Di solito le infezioni batteriche non sono così violente e gli effetti peggiori si hanno nei bambini e negli anziani”. Nonostante i sintomi, l’Oms non raccomanda l’uso di antibiotici e antidiarroici, perché potrebbero peggiorare la situazione.

2 Commenti

  1. le donne sono sicuramente + a contatto con cibi crudi, quindi + colpite, ma questa difficolta’ nell’individuare un cibo specifico come causa, non potrebbe il problema essere nella catena distributiva ad esempio un camion che un giorno trasporta libri, uno maiali, uno verdura, e cosi’ distribuisce insieme alla merce il batterio? Sono una casalinga, ma vi sembra plausibile?

  2. Non capisco perchè puntualmente scattano allarmi, per me, isterici ,ad ogni epidemia: sono una persona già di mio ossessionata dall’igiene, infatti mi laverò le mani non so quante volte al giorno. Mi attengo alle norme igieniche classiche e lavo sempre molto bene frutta e verdura. Ho mangiato carne con la mucca pazza, ho comprato pollo durante il periodo “aviaria” e chi ne parla più? Nel 1976 ho vissuto 6 mesi a Londra periodo in cui , secondo alcuni, si era già sviluppato il problema mucca pazza: sono ancora qui viva e vegeta e le mie ultime analisi di 15 gg. fa sono perfette. Certo, in giro osservo il comportamento altrui e l’igiene di certo scarseggia…… nel 2011 si dovrebbe essere più attenti a tante picole cose! Poi ci si lamenta che si prendono malattie strane o forme virali stupendoci e dicendo come ho potuto? Le mani sono il veicolo più importante per trasmissioni delle malattie infettive, se non erro . Staremo meglio, quindi se ci lkavassimo più spesso ma senza esagerazioni.

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